La facciata est

La vasta facciata est (verso il mare) comprende e nasconde le tre absidi interne. La sua monotonia è interrotta dal bel finestrone absidale, probabilmente di epoca bizantina. Nella fascia superiore si aprono altri otto finestroni, mentre nella parte sottostante sono disegnati vari archi ciechi con una serie di quattro monofore. In basso, perpendicolarmente al finestrone, c’è il bellissimo bassorilievo angioino (XIV secolo) con scene della vita di S. Nicola scolpite in modo plastico e robusto.
Va detto comunque che la visibilità di gran parte della facciata posteriore (e precisamente la parte sinistra) è oggi possibile grazie ai restauri avviati dall’architetto Schettini nel 1946. Prima, infatti, tutta la zona sinistra (fino al finestrone degli elefanti) era occupata e nascosta da edifici aggiunti fra sei e settecento, adibiti fra l’altro a sacrestia e sala del Tesoro.
Già nei precedenti restauri era stato demolito il costolone laterale destro, costruito per rinforzare la parete in un punto delicato (che poi era lo stesso ove fino al 1613 c’era stato uno dei due campanili posteriori). La liberazione di questi edifici posticci permette oggi di ammirare alcuni squarci dell’antico palazzo del Catapano. A questo vanno infatti connesse alcune colonne immurate sotto il passaggio verso via Palazzo di Città (l’antica Ruga Francigena), nonché la cavità all’altezza della sacrestia.