Fraternita laica domenicana

La presenza domeni­cana a Bari risale agli inizi dell’Or­dine. I fedeli laici che avevano una assidua fre­quentazione delle chiese tenute dai domenicani, ne hanno seguito e condiviso la spiritualità dell’Ordine, creando anche dei gruppi al fine di perfezionare la propria vita spirituale e prestare collaborazione alle loro comunità dome­nicane di riferimento. Ai primordi della fondazione di San Domenico furono costituiti l’Ordine della penitenza, e la Milizia di Gesù Cristo. Da questi or­ganismi verso la fine del XIII secolo fu costituito il “Terz’Ordine di San Do­menico”, chiamato così perché il primo è quello dei frati, il secondo quel­lo delle monache e il terzo quello dei laici. Per seco­li operò sotto tale denomi­nazione; recentemente ha mutato il nome in “Frater­nita Laica Domenicana”. Questo organismo che ha affiancato non solo i Padri Domenicani, ma anche le Monache e poi le Suore Domenicane, ha avuto nel tempo alti e bassi come tutte le istituzioni religio­se cristiane.
In Puglia i Domenicani compaiono agli albori della fondazione dell’Or­dine, particolarmente per l’interessamento del Be­ato Nicola Paglia di Gio­vinazzo, fattosi frate al seguito di San Domenico. A Bari l’insediamento di un convento domenicano risale quasi alla fine del XIII secolo. Dopo il di­sastroso evento provoca­to da Guglielmo il Malo che, nel 1156, rase al suolo questa città, rispar­miando, però, la Basilica di San Nicola, furono le altre città del Barese ad avere un ruolo più impor­tante. L’Ordine in Puglia ha un passato glorioso la cui opera e tradizione fu spezzata la prima volta dalla soppressione degli ordini religiosi ad opera delle leggi napoleoniche, ed in seguito dal Governo italiano dopo la forma­zione dell’unità d’Italia. I numerosi conventi fu­rono spazzati via e i frati dispersi. Sopravvissero e diedero continuità alla spiritualità domenicana le numerose comunità del Terz’Ordine diffuse in tutta la Puglia. Esse continuarono la loro vita associativa aggregate alla varie parrocchie e chiese dove si radunavano e pre­stavano la loro collabora­zione.
La rinascita dell’attività dei Domenicani a Bari è dovuta alla comunità del convento di S. Francesco da Paola, a Piazza Gari­baldi, riaperto nel 1911. Fu designato come Supe­riore di questo convento P. Pio Scognamiglio, do­menicano di origine na­poletana. Egli a Bari e in tutta la Puglia vivacizzò e rinvigorì con infaticabile impegno il Terz’Ordine e propagò il Rosario. Nella città di Bari fu una pre­senza molto fattiva sia sot­to l’aspetto pastorale che culturale. Fondò nel 1925 la Rivista I Domenicani nel Mezzogiorno d’Italia che rimase in vita solo per sei anni, non potendo pro­seguire per mancanza di risorse finanziarie. Era di­retta principalmente alle Monache Domenicane, ai confratelli del Terz’Or­dine e agli associati del Rosario, del Nome San­tissimo di Gesù e del SS. Sacramento. Scrisse alcu­ni libri su San Nicola e su personalità domenicane. Ricostituì, naturalmente, anche a San Francesco, il Terz’Ordine. Nel 1928 solo a Bari contava 310 associati. In Puglia la ci­fra globale ammontava a 1376 persone. Il merito è dovuto principalmente alla rivista del P. Scogna­miglio.
Nel 1932 fu assegnato a questo convento anche un altro padre d’origine napoletana: P. Raimondo Santoro, ex-studente di medicina dell’Università di Napoli. A lui venne af­fidata la cura della FUCI; prima di entrare nell’Or­dine era stato segretario generale nazionale di questa organizzazione, oltre che dirigente dell’A­zione Cattolica. Grazie a lui la FUCI prese quota con l’ingresso di parec­chi studenti universita­ri che diventeranno in seguito delle autentiche personalità nel mondo professionale e politi­co, come il ginecologo Nicola Damiani, il Prof. Renato dell’Andro, l’On. Emilio Colombo, l’on. Aldo Moro, che entrò poi nel Terz’Ordine domeni­cano. P. Santoro morì a 43 anni. Il suo posto venne preso da P. Gregorio Inzitari. Moro acquisì qui l’amore per la ricerca e il servizio alla verità ed ebbe primo approccio alle opere di San Tommaso.
P. Pio Scognamiglio di­venne, anche lui, assi­stente del Segretariato universitario femminile intitolato a Santa Cateri­na da Siena, trasformato in una vera associazione universitaria nel 1938. Era il tempo in cui alla guida della chiesa di Bari c’era una grande fi­gura di Vescovo, Marcel­lo Mimmi, che sarà poi Arcivescovo di Napoli e Cardinale, a capo della Congregazione Concisto­riale (o dei Vescovi).
I Domenicani si inse­diarono alla Basilica di San Nicola nel 1951. Li aspettava un’opera di restauro immensa, sotto tutti gli aspetti. La viva­cità intellettuale e orga­nizzativa del primo Prio­re, P. Girolamo De Vito, riuscì a coinvolgere in questa attività di riedi­ficazione sia le autorità civili che la popolazione. La solidarietà e la colla­borazione non mancarono.
Finalmente nel 1955, il 30 ottobre, solennità di Cristo Re dell’universo, fu costituito il Terz’Ordi­ne di San Domenico an­che presso la Comunità di San Nicola, con un nutrito gruppo di laici di tutte le età canoniche e di tutti i ceti. Nella Basilica, alla presenza dei numerosi fedeli e dei rappresentan­ti di tutti i Terz’Ordini di Bari, il Priore consegnò ai confratelli lo scapolare bianco simbolo dell’abito domenicano. Questi ter­ziari erano già conosciuti per la pratica della vita cristiana e per il sostegno che offrivano ai frati di San Nicola. Questi con­fratelli, ai quali si aggre­garono in seguito anche quelli del Terz’Ordine maschile di San Fran­cesco, hanno svolto nel tempo un grande servizio alla comunità domenica­na. Dopo che i Padri Domenicani han­no lasciato la cura della Parrocchia del Rosario (del convento di S. Fran­cesco) nel 1982, anche il Terz’Ordine femminile si trasferì presso il convento di San Nicola, costituen­do un gruppo misto, ma­schile e femminile. Essi fanno parte dell’Or­dine dei Frati Predica­tori, con il compito di viverne la stessa spiri­tualità nella formazione e nell’apostolato, secon­do la loro condizione di laici. Essi, in au­tonomia, conducono la loro vita nella Fraternita di appartenenza accom­pagnati dall’Assistente spirituale che normal­mente è un frate domeni­cano. Hanno una Regola, con le norme da osservare nella conduzione della Fraternita. Essi ricevono una formazione iniziale prima di essere associati definitivamente all’Or­dine. Questa formazione diventa poi permanente per l’aggiornamento e l’approfondimento. Essi svolgono anche attività apostolica adeguata alle loro condizioni e capa­cità, collaborando con i Frati e le Suore, se nascono e si ri­uniscono presso un con­vento, oppure in autono­mia, con le varie forme di predicazione che è loro consentito di svolgere.
I Laici Domenicani sono in effetti la longa manus dell’Ordine dei Frati, perché operano in mezzo al popolo di Dio là dove non è facile l’inserimen­to dell’azione dei Frati. Essi si qualificano per la particolare devozione alla Madonna del Rosario e si ispirano alla vita di Santa Caterina da Siena. Il Ro­sario diventa la loro arma privilegiata nell’apostola­to della preghiera.
Oggi presso la Basilica è operante questo ramo della famiglia domenicana sotto la nuova de­nominazione di Frater­nita Laica Domenicana (F.L.D.), che comprende una quarantina di con­fratelli. La Fraternita è diretta dal Presidente e dal Consiglio. Un frate domenicano viene no­minato come Assistente spirituale. I Consiglieri e il Presidente durano in carica tre anni.
Il 14 dicembre l’Assem­blea dei confratelli ha svolto le elezioni a norma dello Statuto e del Di­rettorio nazionale per il rinnovamento del Consi­glio. I cinque Consiglieri eletti hanno a loro volta eletto tra di essi il Presi­dente nella persona della signora Domenica Taran­tini. Recentemente, dopo i sei anni di mandato di P. Santo Pagnotta op, è stato designato come Assistente P. Damiano Bova op. Col nuovo Con­siglio la F.L.D. ripren­de con maggiore energia lo svolgimento del proprio programma sia formativo che apostolico.
P. Damiano Bova OP