La Manna di San Nicola
La manna di S. Nicola è l’acqua che si forma nella tomba del Santo e che si formava già nella Basilica di Mira. Nelle due relazioni dell’epoca (Niceforo e Giovanni Arcidiacono) è detto che le reliquie galleggiavano in un sacro liquido allorché i baresi se ne impadronirono. Nel corso dei secoli sono stati usati termini diversi, come oleum oppure unguentum (i russi dicono myro, e i greci myron). In realtà si tratta di un’acqua (analizzata nel 1925 dal Laboratorio di chimica dell’Università di Bari) di particolare purezza, la cui origine viene diversamente spiegata. Per alcuni si tratta di un vero e proprio miracolo e, come in alcune liturgie viene sottolineato, sgorgherebbe dalle ossa del Santo (altre liturgie dicono dai marmi della tomba). L’argomento addotto, a parte la tradizione mirese, è la constatazione che le ossa restano assolutamente chiuse durante l’anno, e che il foro viene aperto soltanto la sera del 9 maggio alla presenza di una grande folla. Per altri si tratterebbe, invece, di un fenomeno chimico analogo a quello di una condensazione vaporosa e comunque di un fenomeno naturale.
Il blocco alla base è leggermente scosceso verso il centro, il che permette appunto la raccolta della Santa Manna. I padri domenicani, cui la Santa Sede ha affidato la Basilica dal 1951, hanno scelto una linea discreta. La devozione non viene abolita in quanto l’acqua che si forma nella tomba è effettivamente una reliquia, essendosi trovata comunque a contatto con le ossa del Santo. Molti fedeli hanno affermato di averne ricevuto consolazione. D’altra parte, non viene neppure incentivata, per evitare che aspetti della fede personale siano equivocati come di valore universale e necessario.
Si precisa, tuttavia, che l’acqua che viene distribuita in boccettine nella Sala delle Offerte non è l’acqua che si è formata nella tomba del Santo durante l’anno. Infatti, normalmente si raccoglie una quantità media di mezzo litro o poco più, e quindi su migliaia di devoti se ne potrebbero accontentare ben pochi. Quella che viene distribuita proviene da grandi boccioni di acqua benedetta, in cui è stata versata la “manna” raccolta il 9 maggio.
Il blocco alla base è leggermente scosceso verso il centro, il che permette appunto la raccolta della Santa Manna. I padri domenicani, cui la Santa Sede ha affidato la Basilica dal 1951, hanno scelto una linea discreta. La devozione non viene abolita in quanto l’acqua che si forma nella tomba è effettivamente una reliquia, essendosi trovata comunque a contatto con le ossa del Santo. Molti fedeli hanno affermato di averne ricevuto consolazione. D’altra parte, non viene neppure incentivata, per evitare che aspetti della fede personale siano equivocati come di valore universale e necessario.
Si precisa, tuttavia, che l’acqua che viene distribuita in boccettine nella Sala delle Offerte non è l’acqua che si è formata nella tomba del Santo durante l’anno. Infatti, normalmente si raccoglie una quantità media di mezzo litro o poco più, e quindi su migliaia di devoti se ne potrebbero accontentare ben pochi. Quella che viene distribuita proviene da grandi boccioni di acqua benedetta, in cui è stata versata la “manna” raccolta il 9 maggio.