Torre delle Milizie

A collegare la facciata nord con la facciata ovest (facciata principale che dà sulla piazza) è la cosiddetta Torre delle Milizie, poggiante su un vano vuoto. La notevole diversità stilistica dalla corrispondente torre sud-ovest (campanile attuale) fa pensare che questa torre, come quella campanaria, sia anteriore alla chiesa stessa. Se entrambe fossero state concepite nel progetto architettonico della chiesa certamente sarebbero state realizzate uguali o almeno simmetriche.
Dall’interno della Basilica, attraverso una scala molto stretta, si accede al primo vano superiore della torre, e dopo alcuni altri gradini nella galleria esterna nord, il cui piano di calpestio è più basso rispetto a quello del rispettivo matroneo interno (cui si accede dopo pochi altri gradini).
Il nome delle Milizie deriva dall’interpretazione dell’architetto Schettini che, parlando della suddetta angusta scala, la diceva idonea a favorire il passaggio di quelle rozze milizie che erano preposte al presidio della torre stessa. Lo Schettini avanzava anche l’ipotesi che la torre fosse parte di un edificio di un pubblico ufficiale greco, probabilmente imparentato con la famiglia Adralisto che intorno al 1000 avrebbe fatto costruire l’adiacente chiesa di S. Gregorio.
Lungi dall’accettare la bizantinità della torre, la Belli d’Elia ne spinge la datazione alla seconda metà del XII secolo, alla stessa epoca cioè in cui colloca cronologicamente le gallerie esterne. Rilevando la diversità di maestranza, repertorio decorativo e tipo di lavorazione scultorea alle giunture degli archetti, la studiosa sottolinea le sculture di piccole dimensioni, molto varie come repertorio, tra le quali compaiono, accanto alle consuete protomi umane e bestiali, piccoli elefanti, scimmie. E fra i vari ornati, a conferma della datazione tardiva, motivi affini a quelli del portale della cattedrale di Trani.