Questa composizione poetica fu scritta dal famoso canonico della Basilica di S. Nicola, don Francesco Saverio ABBRESCIA (13-6-1813 l 9-9-1852). Nonostante la giovane età, l'Abbrescia ebbe numerosi riconoscimenti.  Purtroppo la  sua salute fu  sempre cagionevole. Scrisse diversi lavori su san Nicola, che testimoniano di come sapesse conciliare lo spirito devozionale con il senso della critica storica. La composi­ zione che qui riportiamo fu  pubblicata  in:  Rime Italiane e Baresi, Bari 1848, pp. 56-59. Facciamo notare infine, che le strofe l, 2, 4, 6, 14, 19 (quelle cioè in  caratteri tondi) vengono ancora oggi  cantate in Basilica a conclusione delle SS. Messe che si celebra­ no ogni mercoledì in onore del Santo.


Deh vieni, o potente
pastore di Mira!
un raggio c'ispira
sa santa bontà.

D'amore celeste
il cuore ne accendi
proteggi e difenti
la nostra città.

Tu angelo eletto
tra spoglia mortale,
sei vio nel frale
sei vivo nel ciel.

Negli occhi ti brilla
un raggio divino
nell'aspro cammino,
sei guida fedel.

Oh quanti devoti
soggetti e scettrati
tu vedi prostrati
tua tomba baciar.

A quanti morenti
sei speme fiorita
tua manna gradita
può tutto salvar.

Da quando bambino
offrivi al Signore
il candido fiore     
de' primi tuoi dì.  
 
Da quando agli agguati
dell'angiol ribelle
tre caste donzelle
tua mano rapì.

Bastone de' zoppi
favella dei muti
tra mille saluti
tuo nome suonò.

Speranza alla terra
terrore all'Inferno,
salivi all'Eterno
che sempre t'amò.
 
Or vieni, e s'allegra
d'intorno natura,
la notte più scura
s'aggiorna per te.
 
Tu levi la destra,                 
e il cieco già vede:
chi cerca con fede  
impetra mercé.
 
Tra fervide preci
di vecchi tremanti, 
tra gli inni festanti
de' nostri nocchier.

Tu vieni e richiami
da terre remote
a Bari devote
le genti stranier.
 
A festa vestita
la nostra marina,
novella regina
rassembra del mare.
 
Saltellano  i pargoli
accanto alle madri,
si legge ne' padri
un santo esultar.
 
Si svegliano al gaudio
ancor nella fossa
le gelide ossa
de' nostri maggior.
 
Che posero i petti
a mille perigli,
per dare a' lor figli
sì ricco tesor.
 
O sole di Licia,
decoro di Bari,
signore dei mari,
conforto a virtù.

Ci salva da' morsi
dell'angue infernale,
 o Amico immortale
del nostro Gesù!