Un mare di pace è quello che tutti noi ci auspichiamo guardando alla situazione di instabilità, tensioni e guerre che da diversi anni sta producendo esodi, lacerazioni, distruzioni, insomma morti. In tale momento storico il mar Mediterraneo è diventato cartina di tornasole di tale situazione, campo di battaglia e cimitero di molte vite spezzate nel tentativo di fuggire dalla morte. 

    Un mare di speranza al posto di un mare di morte è quello che tutti noi desideriamo che diventi il Mare nostrum. Ma per fare questo, come il santo padre Francesco ha recentemente indicato, è necessario che la Chiesa nel ritornare alla predicazione del kerygma, recuperi quella dimensione di «metodo di discernimento e di annuncio della Parola d’amore che è rivolta ad ogni persona e che nel cuore di ognuno vuole prendere dimora» (Discorso del Santo Padre, Piazzale antistante la Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale [Napoli], Venerdì, 21 giugno 2019). È questo l’unico modo di discernere «l’attualità del kerygma» ai nostri giorni. Proprio tale discernimento ci esorta a far diventare la fede una risposta alle esigenze dei nostri giorni. 

    Per questo il percorso di preghiera delle veglie ecumeniche di quest’anno intende essere - anche in preparazione dell’evento che dal 19 al 23 febbraio 2020 vedrà riuniti proprio a Bari (ed anche in questa basilica) i presidenti e alcuni rappresentanti delle Conferenze Episcopali e i capi delle Chiese cattoliche orientali dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo - un percorso di preghiera e di riflessione. Preghiera e riflessione interconfessionale su «come custodirci a vicenda nell’unica famiglia umana [...], come alimentare una convivenza tollerante e pacifica che si traduca in fraternità autentica [...], come far prevalere nelle nostre comunità l’accoglienza dell’altro e di chi è diverso da noi perché appartiene a una tradizione religiosa e culturale diversa dalla nostra [...], come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione» (Idem).

    Le veglie intendono dunque costruire un itinerario cristiano interconfessionale che sulla base del vangelo riflettuto e anunciato insieme possa aiutare a riscoprire il messaggio cristiano della riconciliazione tra gli uomini in Dio. Si tratta dell’invito evangelico al progressivo superamento di tutte quelle barriere che si frappongono alla comunione tra gli uomini. Sarebbe dunque auspicabile una costante partecipazione al percorso che possa aiutare una preghiera e una riflessione comune quanto più partecipata possibile. 

 
fr. Emmanuel Albano