Se chiedi miracoli....
E’ la traduzione italiana di una famosa antica sequenza latina, spesso indicata come "Responsorio". Non contiene pregi poetici ed anche dal punto di vista ritmico non è armonica. Secondo il Babudri, che segue l'opinione di uno studioso francescano (P. Donato van Adrichem), que sta sequenza ha imitato in qualche modo la sequenza di san Antonio di Padova che inizia allo stesso modo. Non sarebbe perciò anteriore alla seconda metà del XIII secolo [cfr. BABUDRI F., Sull’antica sequenzaza "Si quaeris" di san Nicola di Bari, in Japigia (1934), fase. 3, vedi Miscellanea, vol. X]. A dire il vero, però se si eccettua il primo rigo "Si quaeris miracula", le altre coincidenze sono molto vaghe. Il Barbier de Montault (Oeuvres complètes, XIII, p. 459) fece notare che un manoscritto della sequenza si trovava in un libro della Cattedrale del Principato di Monaco. Ed essendo stata questa per alcuni secoli dipendente liturgicamente dalla Chiesa di Parigi, ne trasse la conclusione (accolta dal Babudri ) che si trattava di una composizione d'origine francese.
Armonizzazione di G. Cataldo
Se chiedi miracoli,
i ciechi vedono, gli storpi camminano
e sudano manna le ossa di Nicola.
Cessano i pericoli
si placano le tempeste, dicono i naviganti.
Torna al padre Adeodato
e stupiscono gli Agareni,
e tre vergini sono salvate,
narra il popolo di Patara.
Tu, o terra prediletta,
le sacre ossa avute in pegno
per tutti i popoli custodisci,
che da lontano a te vengono,
o felice Bari.
Ai marinai che ti chiamano
presto porgi il tuo soccorso
e si fa bonaccia in mare,
pregando tu Maria.
Tu intercedi presso Dio
nei dolori del parto,
per le madri che t'invocano
per tutti sia salute e pegno la tua santa manna.
Siano tutti liberati
dai pericoli della vita,
dalle guerre, dalla fame,
o glorioso san Nicola, grande padre. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Cessano i pericoli,
si placano le tempeste, dicono i naviganti.