La cappella orientale

Concretizza in modo visivo il discorso della vocazione ecumenica di Bari e S. Nicola. Sull’onda del Concilio Vaticano II e dei migliorati rapporti fra cattolici ed ortodossi la Santa Sede ritenne opportuno accogliere i voti dei padri domenicani e dell’arcivescovo di Bari, Enrico Nicodemo, di ospitare nella Basilica una cappella orientale ove anche gli ortodossi potessero celebrare la loro liturgia.
Il card. Paolo Giobbe, che insieme all’allora archimandrita Gennadios Zervos benedisse la cappella, ebbe a dire: È la prima volta che in una chiesa latina viene eretta una cappella per la celebrazione della liturgia orientale. Questa realizzazione è uno dei tanti frutti del Concilio Ecumenico. Due anni dopo l’arcivescovo Nicodemo e i Padri domenicani fondavano anche un Istituto di Teologia ecumenica ove professori e studenti, sia cattolici che ortodossi, potessero insegnare e studiare in spirito di fraterna amicizia.
L’iconostasi fu eseguita per l’occasione dall’artista croato Zlatko Latković, autore anche dell’iconostasi della cappella orientale di Berlino. Attira la curiosità dei visitatori quell’INBI, invece di INRI (Jesus Nazarenus Rex Iudeorum). La spiegazione è semplice: in greco Rex è Basileus.