Tomba di San Nicola

La tomba di S. Nicola era già pronta il 1° ottobre del 1089 quando il papa Urbano II ne consacrò l’altare. All’interno si sono conservate due iscrizioni del tempo, una di Sikelgaita, la moglie guerriera di Roberto il Guiscardo (+1091), e l’altra di Goffredo (Iosfridus), probabilmente il conte di Conversano.
Severa e sobria come un’ara pagana, la tomba fu ben presto rivestita d’argento, assumendo la sua conformazione definitiva nel 1319 con la copertura (altare d’argento e cielo della cappella) donata dallo zar di Serbia Uroš II Milutin (1282-1321). Quando prevalse il gusto barocco, questo altare fu considerato “antiquato” e quindi, fuso con altri argenti, rinacque dalle abili mani degli artisti napoletani Dome­nico Marinelli ed Ennio Avitabile. L’antistante porticina, guardata da due angeli con bottiglie della manna, era concepita appunto per potersi introdurre e venerare le reliquie, oltre che ad estrarre la santa manna. In concomitanza coi recenti restauri del 1953/57 l’altare d’argento fu trasferito nel transetto destro della Basilica superiore, il che ridiede alla tomba il suo originale carattere austero.
Le ossa del Santo (circa il 65 % dello scheletro) si trovano all’altezza del piano di calpestio, racchiuse in blocchi di cemento armato. La non completezza si spiega col fatto che varie reliquie erano già sparse per il mondo e che i baresi dovettero agire in fretta per timore dell’arrivo dei saraceni, e quindi dovettero accontentarsi delle ossa più grandi immerse nel sacro liquido.
Qualche anno fa, quando gli operatori della BBC di Londra calarono una sonda, si vedeva il cranio in posizione piuttosto centrale ed il resto delle ossa sparse intorno. La ricostruzione dello scheletro realizzata nel 1988 dal professore Luigi Martino mostra un uomo di media statura.
La parte restante delle ossa potrebbe trovarsi in varie chiese del mondo e soprattutto a Venezia, considerando il fatto che i Veneziani nel 1099/1100 si inoltrarono anch’essi fino a Mira e rapirono le ossa di alcuni personaggi sepolti nell’antica basilica di S. Nicola. Il fatto, però, di aver preso le reliquie di vari personaggi ha reso difficile l’individuazione delle eventuali ossa di Nicola rispetto a quelle degli altri.