L'abate Elia

Tra i protagonisti della millenaria storia di Bari pochi incisero tanto profondamente nelle vicende della città come l’abate Elia. Fu lui, infatti, a prendere in consegna le reliquie di S. Nicola, quando i tre capitani, in assenza delle autorità, non sapevano che fare e a chi consegnarle. Fu lui a mettere d’accordo l’arcivescovo Ursone e il popolo che la pensavano diversamente sulla destinazione delle reliquie (se da custodire in cattedrale o in una chiesa nuova). Entrambi i contendenti gli affidarono la costruzione della Basilica di S. Nicola sulle strutture del vecchio palazzo del governatore greco (il catepano). E fu sempre lui a tenere unita una città vivacissima, ma rissosa, tanto che un’assemblea cittadina nel 1095 decise che gli avrebbe obbedito in tutto senza discutere.
   Nato intorno al 1030, studiò forse a Cava e quando tornò divenne rettore (abate) della chiesa di S. Maria. Nel 1071 il vecchio Leucio, abate del monastero di S. Benedetto, con l’entusiastico assenso dei monaci lo elesse a suo successore. Il 9 maggio 1087 Alberto, Giannoccaro e Summissimo (i tre capitani della spedizione del 1087) gli consegnarono le reliquie di S. Nicola, e dopo lo scontro armato fra l’arcivescovo e i marinai, a lui fu affidata la costruzione della Basilica. Alla morte di Ursone (14 febbraio 1089) fu eletto all’unanimità arcivescovo di Bari. Il 30 settembre accoglieva a Bari il papa Urbano II e il giorno dopo aveva luogo la reposizione delle ossa di S. Nicola sotto l’altare della cripta. Il due ottobre veniva consacrato arcivescovo ricevendo il pallio. Sul finire del 1090 presenziava al rinvenimento del corpo di S. Sabino di Canosa sotto l’altare della cattedrale di Bari. Nel 1096 benediceva i grandi cavalieri crociati che partivano per la riconquista di Gerusalemme. Nel 1098, in occasione del concilio di Bari, fece scolpire la bellissima cattedra che porta appunto il suo nome. E mentre realizzava tutto ciò, continuava alacremente i lavori di costruzione della Basilica, che un documento del 1103 dice finalmente “constructa”. L’anno prima aveva ottenuto alcune preziose reliquie per la Basilica di S. Nicola (braccio di S. Tommaso apostolo, braccio di S. Vincenzo Martire, capelli della Vergine). Con una vita così densa di realizzazioni spirituali e temporali, il 23 maggio del 1105 chiudeva gli occhi nel Signore. Fu sepolto sul pianerottolo della scalinata destra, subito prima di entrare in cripta. 
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Prima di entrare in cripta, qualche volta sarebbe opportuno fermarsi un po’ e ringraziare quell’uomo, l’abate Elia, le cui gesta vengono decantate nell’epigrafe:
 
Molto onore del mondo giace qui sepolto in pace.
I re sono stati privati d'un padre, le leggi d'un giudice.
 
Il tuo diadema o Bari, non è più.
Sappi che sei stata potente quando viveva il presule Elia.
 
In questo bel sepolcro è chiuso quell'inclito padre,
che ti ha ben governata e portata in alto.
   
E stato un buon protettore verso tutti,
verso gli illustri e gli umili, i vicini e i lontani.
 
Uguale a Salomone nella capacità di edificare,
simile ad Elia nel modo pio e santo di vivere.
    
Costruì questo tempio, che risplendette di luce e di oro.
Qui si addormentò, mentre lo spirito saliva fra le stelle
di Gerardo Cioffari OP