L'epoca aveva

Del periodo svevo vanno ricordati particolarmente due episodi, la consacrazione della Basilica nel 1197 e il primo conflitto giurisdizionale con la Cattedrale. Il primo avvenimento, sul quale è stato organizzato un convegno italo-tedesco (i cui Atti sono stati appena pubblicati), va visto nel quadro della terza crociata che, come si sa, fu funestata dalla morte di Federico Barbarossa. Negli anni successivi i tedeschi tentarono a più riprese di portare a termine l’opera dell’ormai mitico imperatore, organizzando altre spedizioni. Una delle ultime fu appunto la crociata del figlio del Barbarossa, l’imperatore Enrico VI. Il suo plenipotenziario in Italia, il vescovo Corrado di Hildesheim, volle che prima che le navi facessero vela da Messina tutti i cavalieri si ritrovassero a Bari per la consacrazione della grandiosa Basilica (22 giugno 1197). Di quell’episodio, narrato fra l’altro nella grande epigrafe sulla facciata principale[1],  si possono ancora oggi ammirare le croci che allora furono incastonate lungo tutta la parete esterna, come del resto nella parete interna.
     Il secondo avvenimento cui si è fatto cenno risale invece all’epoca del grande imperatore Federico II, tornato recentemente alla ribalta per l’apertura della sua tomba a Palermo. Nonostante la sua celebrata laicità nei confronti della chiesa romana, nel conflitto scoppiato nel 1226 fra il nuovo arcivescovo di Bari Marino Filangieri ed il rettore della Basilica Blandimiro, egli evitò di prendere una posizione netta. Essendo la Basilica “cappella regia” ci si poteva attendere una difesa decisa dell’autonomia della Basilica contro le pretese dell’arcivescovo, ma c’era un particolare che spingeva Federico verso una equidistanza: il fatto che l’arcivescovo di Bari era il suo più fidato ambasciatore presso il papa (almeno fino al concilio del 1245). Il violento scontro, anche a colpi di scomuniche da parte dell’arcivescovo, non terminò se non dopo la morte di quest’ultimo con l’avvento alla sede barese del nipote Enrico Filangieri (1255)[2].
 
   Tracce di questo periodo sono dunque:
  1. Epigrafe della dedicazione (1197) sulla facciata principale
  2. Croci interne ed esterne alle pareti della Basilica.
  3. Sigillo di cera di Federico II (1222).
  4. Sigillo di cera di Manfredi (1261)
  5. Grande tavola di Madonna con Bambino (in convento)
 
 
[1] Cfr. G. Cioffari, Storia della Basilica di S. Nicola. I, L’epoca normanno-sveva, Bari 1984, p. 186.
[2] Ivi, pp. 201-214. La Concordia tra la Basilica e la Cattedrale del 1258 è contenuta in un documento del 1278 (CDB XIII, n. 28).