altri artisti del 500

Nobile la figura di Nicola dipinta dall'Orto­lano (Giovanni Battista Benvenuti, 1487-1528 circa), con lo sguardo diretto allo spettatore, il piviale abbondante e il solito vangelo con le tre sfere. Difficile, proprio per la mancanza di que­sto e altri elementi, è l'identificazione (comu­nemente accettata) con S. Nicola del giovane vescovo con la barba e lo sguardo fisso diVitto­re Carpaccio (1466-1526) al Philbrook Art Center di Tulsa. Mentre è certamente S. Nicola quello che appare con i santi Gia­como, Antonio Abate, Andrea, Domenico e Lorenzo nella tavola dell'Accademia di Carrara (Bergamo), della quale però è contestata l'attri­buzione a Vittore Carpaccio.
Altrettanto certa è l'identificazione di S. Nicola in due dipinti che nel 1510 Giovanni Pietro Crespi di Busto Arsizio eseguì nel mo­nastero di S. Caterina del Sasso Bàllaro. Nella tavola del Crocifisso il santo appare a fianco al­la Madonna come un giovane vescovo alto e senza barba. Al lato opposto, a fianco a S. Giovanni Battista, c'è S. Ambrogio. Nel finto polittico affrescato del Matrimonio mistico di S. Caterina, Ambrogio e Nicola appaiono in posizione opposta, il primo a sinistra, il secon­do a destra. Sempre giovane e senza barba. L'identificazione è inequivocabile grazie alle tre palle d'oro. Elemento che nello stesso mo­nastero si ritrova in una bella tela tardo manie­rista di Giovanni Battista de Advocatis, dipinta nel 1612. Il bel S. Nicola di questo secondo Matrimonio mistico di S. Caterina è a sinistra della Madonna. Ha un piede sulla predella e un grosso libro rosso nella sinistra. Sul libro sono in bella mostra le tre palle d'oro, che rendono inaccettabile l'identificazione corrente con S. Ambrogio o con qualsiasi altro vescovo.
Il santo di Mira compare poi in due opere di Boccaccio Boccaccino di Cremona (1467­1525), lo Sposalizio di Maria Vergine (Accademia di Venezia) e Madonna e Santi (Galleria Doria di Roma). Abbastanza evidente è l'in­flusso dell'arte ferrarese e veneziana. Un gesto più dolce e umano si riscontra nella tavola della Madonna in trono col Bambino tra i santi Nico­la e Martino di Tours (Pinacoteca Capitolina, Roma), opera di Gian Giacomo Alladio, detto Macrino d'Alba (attivo fra il 1494 e il 1508). La particolarità è data dal bambino che si pro­tende proprio verso S. Nicola e dal libro afferra una delle tre palle d'oro.
Due volte raffigurò il taumaturgo di Mira Giovanni di Pietro, detto lo Spagna (1450­1528): insieme a S. Agostino, al beato Simone e al committente nella tavola della Madonna col Bambino nella chiesa di S. Rita a Cascia; con S. Giovanni Battista nella Incoronazione della Vergine (1511) nell'abside della parroc­chia di S. Niccolò a Scheggino (Terni).
Maestoso, ma alquanto distaccato, appare Nicola insieme a S. Zeno nella Madonna in tro­no col Figlio di Francesco Morone (1470­1529). In atto di voler dire qualcosa a S. Dome­nico è il Nicola della Visitazione di Giacomo Pacchiarotto (Siena), che presenta influssi del Perugino e del Ghirlandaio. Contemporanea­mente dipinse S. Nicola un artista salernitano, Andrea Sabatini, noto appunto come Andrea da Salerno (1485-1530). Nel dipinto del Mu­seo Nazionale di Napoli, S. Nicola è in trono. Attraverso dei tendaggi rimossi dagli angeli si vede la città. Nella stessa composizione vengo­no rappresentati sia l'episodio delle tre fanciul­le che dei tre condannati ingiustamente.
Nello spirito del rinascimento compose Giangirolamo Savoldo (Brescia, 1480-1550 circa) la Sacra Conversazione in S. Nicolò di Treviso (1529). Il nostro, in abiti pontificali e con le palle d'oro, è con altri santi ai piedi della Vergine in trono col Bambino.
Legato al S. Nicola di Piero di Cosimo, non solo per le sfere a terra, ma anche per il rappor­to del volto del santo con quello del committen­te (famiglia Panciatichi), è il Nicola dell'Assun­zione della Vergine che Andrea del Sarto di­pinse nel 1526 (Galleria Palatina di Firenze). Mentre, infatti, tutti sono coinvolti nell'azione, e col corpo anche Nicola è rivolto verso il fon­do, con la testa scoperta si gira verso lo spetta­tore.
Quasi certamente col volto del committente è anche il Nicola senza barba che con S. ,Caterina da Siena presenta due devote al Cristo e alla Vergine in un affresco che Gaudenzio Ferrari (1471-1546) realizzò nel 1532 nella chiesa di S. Cristoforo a Vercelli. Più delicata e sensibile è la pala di Moretto da Brescia (Alessandro Bonvicino, 1498-1554) nota come S. Nicola e i discepoli di Galeazzo Rovelli (Brescia, 1539). Gesù Bambino accarezza il volto della madre, mentre questa indica i due bambini presentati da S. Nicola, uno recante la mitra e l'altro che regge il vangelo e le tre palle d'oro.
Alla fine del Cinquecento dovrebbe risalire il bel S. Nicola conservato nella chiesa di S. Nicola dei Prefetti a Roma. L'anonimo artista, formatosi probabilmente alla scuola dei Carracci, dipinse il santo cercando di mantene­re le sue origini orientali nella mitra e nella sto­la. Ai piedi vi sono i tre bambini (a destra) e Adeodato (a sinistra)