Asia, Africa e Australia
Il nome di S. Nicola è conosciuto anche nel Medio ed Estremo Oriente, benché molto meno che in Europa ed America. La sua immagine in Medio Oriente è prevalentemente religiosa, in quanto le festività liturgiche si rifanno al Santo come era conosciuto prima dell'invasione araba. Il p. Joseph Habbi di Bagdad, vicario patriarcale per l'educazione e la cultura, mi riferisce che S.Nicola si trova nella più antica liturgia siriaca (che pure non ha molte festività di Santi). Nel 1983 ho pubblicato un testo dal sinassario arabo giacobita sul Bollettino di S.Nicola, 1983 (n. 3)[1]. Oltre al testo arabo, ho messo la traduzione italiana. Un'immagine di S.Nicola si trova in un manoscritto arabo di Beiruth (Oriente, VI, 5) nella Biblioteca universitaria di S.Giuseppe. Anche in Terra Santa vi sono parecchie chiese di S. Nicola per lo più ortodosse, come pure molte immagini sia sulle iconostasi che sulle pareti delle chiese stesse.
L'Armenia include S.Nicola fra i santi più venerati. La sua Vita è contenuta ad esempio nella raccolta del monaco Battista Avkerian, dell'Ordine Mekitarista[2]. Noto è il Santo di Mira anche in Georgia. E lo era pure sul Sinai, ove nel celebre monastero di S Caterina gli era dedicata una cappella (ora «di Mosé e Aronne»).
Per l'Estremo Oriente c'è da dire che il nome di S.Nicola è giunto sino in Giappone, avendo incontrato io stesso alcuni professori che in tempi diversi sono venuti ad intervistarmi. L'ultimo di questi mi ha portato anche alcune pubblicazioni in giapponese su Santa Claus. E, dato che, ormai già da qualche tempo, gli studiosi premettono a quello folkloristico il discorso storico, anche in questi testi giapponesi si parla di S.Nicola di Bari e vengono riportate immagini della basilica barese e di opere d'arte ivi conservate. Né va dimenticato che la grande cattedrale ortodossa russa di Tokyo è dedicata proprio al nostro Santo.
L'Australia conosce S.Nicola tramite gli immigrati italiani e russi, oltre che naturalmente nella versione folkloristica del Santa Claus. A North Perth nell'Australia Occidentale c'è una attiva Associazione di S.Nicola (548 Charles street, 6006 N.P., presidente, mentre scrivo, Tartaglia Pasquale), che organizza una festa annuale, stampando per l'occasione anche un calendario. Non essendoci, a quanto sembra, una chiesa di S. Nicola, l'associazione si appoggia alla chiesa di S.Brigida. A giudicare dal programma del 1992, la processione per le vie della città e gli spettacoli rendono la festa veramente solenne e partecipata. Si possono anche segnalare chiese dedicate al santo taumaturgo nelle città di Liverpool, Marrickville, Kingston, Canberra, Yarraville, Coober Pedy.
Per quanto riguarda l'Africa, chiese del Santo sono state costruite, prevalentemente da Ortodossi ed Anglicani. Quanto all’epoca antica bisogna rilevare che uno degli episodi più celebri della vita di S.Nicola, quello del santo che costringe i ladri a restituire i beni ad un Vandalo che si era fidato di un'icona di S.Nicola, è ambientato proprio in questa terra. A suo tempo dedicai l'intero numero di dicembre del 1981 del Bollettino di S.Nicola ad una vita araba (una «sirat») del nostro santo, il cui manoscritto originale si conserva nel Museo Copto del Cairo, ms 29. Secondo le deduzioni del traduttore, il domenicano Jean Philippe Lachèse, questo manoscritto proviene dal monastero di S.Macario, a mezza strada fra il Cairo ed Alessandria, e rivela tracce di copto, di greco ed anche di siriaco.
[1] L’ho tratto dalla Patrologia Orientalis, a cura di R. Graffin e F. Nau, tomo III, Paris 1909, pp. 344-347.
[2] La Vita completa e le testimonianze dei Santi tratte da testi armeni ed in altre lingue., con un attento esame, S.Lazzaro, Venezia 1810 (in armeno).
L'Armenia include S.Nicola fra i santi più venerati. La sua Vita è contenuta ad esempio nella raccolta del monaco Battista Avkerian, dell'Ordine Mekitarista[2]. Noto è il Santo di Mira anche in Georgia. E lo era pure sul Sinai, ove nel celebre monastero di S Caterina gli era dedicata una cappella (ora «di Mosé e Aronne»).
Per l'Estremo Oriente c'è da dire che il nome di S.Nicola è giunto sino in Giappone, avendo incontrato io stesso alcuni professori che in tempi diversi sono venuti ad intervistarmi. L'ultimo di questi mi ha portato anche alcune pubblicazioni in giapponese su Santa Claus. E, dato che, ormai già da qualche tempo, gli studiosi premettono a quello folkloristico il discorso storico, anche in questi testi giapponesi si parla di S.Nicola di Bari e vengono riportate immagini della basilica barese e di opere d'arte ivi conservate. Né va dimenticato che la grande cattedrale ortodossa russa di Tokyo è dedicata proprio al nostro Santo.
L'Australia conosce S.Nicola tramite gli immigrati italiani e russi, oltre che naturalmente nella versione folkloristica del Santa Claus. A North Perth nell'Australia Occidentale c'è una attiva Associazione di S.Nicola (548 Charles street, 6006 N.P., presidente, mentre scrivo, Tartaglia Pasquale), che organizza una festa annuale, stampando per l'occasione anche un calendario. Non essendoci, a quanto sembra, una chiesa di S. Nicola, l'associazione si appoggia alla chiesa di S.Brigida. A giudicare dal programma del 1992, la processione per le vie della città e gli spettacoli rendono la festa veramente solenne e partecipata. Si possono anche segnalare chiese dedicate al santo taumaturgo nelle città di Liverpool, Marrickville, Kingston, Canberra, Yarraville, Coober Pedy.
Per quanto riguarda l'Africa, chiese del Santo sono state costruite, prevalentemente da Ortodossi ed Anglicani. Quanto all’epoca antica bisogna rilevare che uno degli episodi più celebri della vita di S.Nicola, quello del santo che costringe i ladri a restituire i beni ad un Vandalo che si era fidato di un'icona di S.Nicola, è ambientato proprio in questa terra. A suo tempo dedicai l'intero numero di dicembre del 1981 del Bollettino di S.Nicola ad una vita araba (una «sirat») del nostro santo, il cui manoscritto originale si conserva nel Museo Copto del Cairo, ms 29. Secondo le deduzioni del traduttore, il domenicano Jean Philippe Lachèse, questo manoscritto proviene dal monastero di S.Macario, a mezza strada fra il Cairo ed Alessandria, e rivela tracce di copto, di greco ed anche di siriaco.
[1] L’ho tratto dalla Patrologia Orientalis, a cura di R. Graffin e F. Nau, tomo III, Paris 1909, pp. 344-347.
[2] La Vita completa e le testimonianze dei Santi tratte da testi armeni ed in altre lingue., con un attento esame, S.Lazzaro, Venezia 1810 (in armeno).