Paesi scandinavi, Danimarca e Islanda
In Danimarca S.Nicola era conosciuto già nell'XI secolo, se non prima. Il re Erik il Buono era presente a Bari in occasione del concilio del 1098. Le chiese in suo onore sono numerose, tanto che sembra al primo posto, dinanzi a S. Lorenzo e a S.Pietro. Il fatto potrebbe spiegarsi con la circostanza che l'intera nazione è a contatto col mare, e quindi S.Nicola non poteva non essere invocato. Particolarmente viva è anche la tradizione popolare di Santa Claus, come risulta dallo studio di Mogens Lebech Jule Manden. Ma la figura storica del Santo non è passata sotto silenzio né in questo libro, né nello studio di J. L. Heiberg sulla rivista Tilskueren (1920), con una bella recensione al volume critico filologico del tedesco Gustav Anrich.
Tra Danimarca e Svezia si muove l'opera di Einar Ronsjö sul poema intorno a S. Nicola di Robert Wace. L'autore era danese, ma aveva frequentato le biblioteche di Lund e Stoccolma per poter stendere la sua dissertazione, difesa al Carolinesalen di Lund e pubblicata nello stesso anno (1942).
Göran Börge dedicò un lungo articolo a S.Nicola sul quotidiano Svenska Dagbladet dell’11 gennaio 1984. Prendeva lo spunto per parlare del santo dal convegno internazionale di Mira del dicembre 1983, cui partecipò anche il sottoscritto. Si parla ovviamente anche della traslazione e di Bari.
Fra le chiese di un certo valore artistico vale la pena di ricordare quella di Stoccolma (Strkyrkan o Chiesa grande) che incorpora la chiesa più antica della città e che risale al 1200. L'interno è gotico, mentre l'esterno è classicheggiante (XVIII secolo). Interessanti sono anche le chiese di Visby (medioevale, in rovina, con pilastri quadrati, volte senza costoloni, arioso interno), Myköping (XII secolo, campanile del 1692), Orebro (Nicolaikyrkan del XIII secolo, gotico inglese in pietra calcarea con una complessa storia delle fasi costruttive.
Anche in Islanda il culto di S.Nicola è molto antico. Bari, come Patara e Mira, è ricordata nel Leidarvìsir dell'abate Nicola Bergsson (+ 1159). Nel 1982 in quest'isola dell'estremo nord europeo è stata pubblicata una bellissima opera dal titolo Helgastadabok, con una riproduzione in facsimile di un codice nicolaiano conservato nella Biblioteca Nazionale di Stoccolma. Il volume è scritto in islandese e parzialmente in inglese. I tre autori, Selma Jonsdottir, Stefan Karlsson e Sverrir Tòmasson affrontano separatamente la problematica nicolaiana sotto diversi aspetti. Il Tòmasson, ad esempio, dedica il suo studio alle «Vite islandesi di S.Nicola». Da questo studio apprendiamo che di S. Nicola si erano già occupati Gudbrandur Jonsson nel 1929, Sigfus Blöndal nel 1949 e Ole Widding nel 1961. La saga nicolaiana più importante è però quella del vescovo benedettino Bergr Sokkason (1325 c.).
Per quanto riguarda la Norvegia non sono molte le notizie in nostro possesso. Secondo lo stesso Tòmasson, la più antica saga nordica nicolaiana (Ms. AM 655 III 4to), risalente al 1200 c., è proprio d'origine norvegese. Il che, se fosse fondato, porterebbe a concludere che anche in Norvegia il Santo è stato conosciuto molto presto. Personalmente ho constatato l'interesse per Bari e S.Nicola da parte di una troupe televisiva norvegese, al cui programma ho partecipato e di cui posseggo una copia.
Al momento, non molte sono le notizie relative alla Finlandia. Suppongo che anche qui sia diffusa l'immagine del taumaturgo di Mira nelle vesti di Santa Claus. Una certa diffusione del culto del Santo, nel suo aspetto più strettamente religioso, è registrabile sia ad Helsinki che a Suomi. Essa è dovuta però alla presenza degli ortodossi russi, piuttosto che all'elemento locale.
Tra Danimarca e Svezia si muove l'opera di Einar Ronsjö sul poema intorno a S. Nicola di Robert Wace. L'autore era danese, ma aveva frequentato le biblioteche di Lund e Stoccolma per poter stendere la sua dissertazione, difesa al Carolinesalen di Lund e pubblicata nello stesso anno (1942).
Göran Börge dedicò un lungo articolo a S.Nicola sul quotidiano Svenska Dagbladet dell’11 gennaio 1984. Prendeva lo spunto per parlare del santo dal convegno internazionale di Mira del dicembre 1983, cui partecipò anche il sottoscritto. Si parla ovviamente anche della traslazione e di Bari.
Fra le chiese di un certo valore artistico vale la pena di ricordare quella di Stoccolma (Strkyrkan o Chiesa grande) che incorpora la chiesa più antica della città e che risale al 1200. L'interno è gotico, mentre l'esterno è classicheggiante (XVIII secolo). Interessanti sono anche le chiese di Visby (medioevale, in rovina, con pilastri quadrati, volte senza costoloni, arioso interno), Myköping (XII secolo, campanile del 1692), Orebro (Nicolaikyrkan del XIII secolo, gotico inglese in pietra calcarea con una complessa storia delle fasi costruttive.
Anche in Islanda il culto di S.Nicola è molto antico. Bari, come Patara e Mira, è ricordata nel Leidarvìsir dell'abate Nicola Bergsson (+ 1159). Nel 1982 in quest'isola dell'estremo nord europeo è stata pubblicata una bellissima opera dal titolo Helgastadabok, con una riproduzione in facsimile di un codice nicolaiano conservato nella Biblioteca Nazionale di Stoccolma. Il volume è scritto in islandese e parzialmente in inglese. I tre autori, Selma Jonsdottir, Stefan Karlsson e Sverrir Tòmasson affrontano separatamente la problematica nicolaiana sotto diversi aspetti. Il Tòmasson, ad esempio, dedica il suo studio alle «Vite islandesi di S.Nicola». Da questo studio apprendiamo che di S. Nicola si erano già occupati Gudbrandur Jonsson nel 1929, Sigfus Blöndal nel 1949 e Ole Widding nel 1961. La saga nicolaiana più importante è però quella del vescovo benedettino Bergr Sokkason (1325 c.).
Per quanto riguarda la Norvegia non sono molte le notizie in nostro possesso. Secondo lo stesso Tòmasson, la più antica saga nordica nicolaiana (Ms. AM 655 III 4to), risalente al 1200 c., è proprio d'origine norvegese. Il che, se fosse fondato, porterebbe a concludere che anche in Norvegia il Santo è stato conosciuto molto presto. Personalmente ho constatato l'interesse per Bari e S.Nicola da parte di una troupe televisiva norvegese, al cui programma ho partecipato e di cui posseggo una copia.
Al momento, non molte sono le notizie relative alla Finlandia. Suppongo che anche qui sia diffusa l'immagine del taumaturgo di Mira nelle vesti di Santa Claus. Una certa diffusione del culto del Santo, nel suo aspetto più strettamente religioso, è registrabile sia ad Helsinki che a Suomi. Essa è dovuta però alla presenza degli ortodossi russi, piuttosto che all'elemento locale.