Inghilterra

Il culto del Santo in Inghilterra penetrò probabilmente già prima che i Normanni prendessero il potere.  Secondo Ch.  W. Jones potrebbe farsi risalire all'ultimo vescovo anglosassone Wulfstan di Worcester (1062-1092) che nel suo «Portiforium» menziona solo tre Santi stranieri: Girolamo, Martino e Nicola.  Allo stesso periodo risale una Vita in versi del Santo, connessa in qualche modo all'abbazia di Battle.  Né va dimenticato che S. Anselmo, arcivescovo di Canterbury, nel 1098 partecipò attivamente al concilio di Bari, che gli ispirò anche uno scritto sulla processione dello Spirito Santo anche dal Figlio.  Egli compose una lunga e appassionata preghiera al nostro Santo, in cui, oltre al grande potere di intercessione, è testimoniata la diffusione del culto in tutto il mondo.
      Come già Orderico Vitale, anche Guglielmo di Malmesbury, nella sua Storia diede molto spazio alla traslazione di S. Nicola da Mira a Bari.  Al nostro santo è dedicata una delle poche liriche pervenuteci di san Godric (+ 1170).  A qualche anno dopo risale la Visione di Eynsham, un racconto scritto da Adam, biografo di S. Ugo, vescovo di Lincoln.  Secondo questo testo, tale Edmund, monaco dell'abbazia di Eynsham, andò in estasi per due interi giorni dal venerdì santo al lunedì di Pasqua del 1196.  Egli si trovò in viaggio nell'aldilà e, dopo aver attraversato l'inferno, camminò a lungo nel purgatorio per giungere infine al paradiso. L'atmosfera era quella dantesca, con l'incontro di vari personaggi che scontavano i loro peccati o godevano del giusto premio.  Il Virgilio della situazione, cioè l'accompagnatore, era S. Nicola. Uno spazio notevole è riservato a S. Nicola anche nel South English Legendary (1300 c.).
Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento si consolidò in Inghilterra la festa popolare del vescovo fanciullo (The boy bishop), che prevedeva sermoni e pranzi.  Contro questi riti festaioli si pronunciò Enrico VIII.  Un decreto a suo favore emise invece Maria la Sanguinaria il 13 novembre 1554.  La legislazione elisabettiana fu di nuovo contro, riuscendo ad estirpare l'usanza in molti luoghi.  Ma in varie località inglesi i parroci ancora oggi permettono questa festa.
Scrive The Oxford Dictionary of Saints (1979): In Inghilterra furono dedicate a S. Nicola circa 400 chiese; ed in Inghilterra sopravvivono anche due importanti cicli iconografici della sua vita, sul fonte della cattedrale di Winchester e su un pastorale d'avorio al museo di Vittoria e Alberto, entrambi del XII secolo. ( .. ) Altri esempi sono quelli della finestra tardomedioevale di North Moreton (Berkshire), interamente dedicata alla sua vita, e le finestre alla Sala Gerusalemme di Westminster, a Great Malvern (Hereford e Worcester), e Hillesden (Buckshire). (..) Il nome Nicola è stato in uso in Inghilterra sin dai tempi anglosassoni e divenne molto popolare nel XII secolo.  Esso diede origine a numerosi nomi come Colin, Nicolson, Nixon, Nicola, Nicolette, e altri.  Egli fu una figura estremamente popolare nel dramma medioevale, una tradizione continuata dal musicista Benjamin Britten col suo «concerto di S. Nicola».
    Nella letteratura profana, anche se di sfuggita, S. Nicola è ricordato sia dal Chaucer che dallo Shakespeare.  Il primo nel Racconto della Priora lo immagina patrono della protagonista e le sta a fianco mentre compone i versi; il secondo lo nomina, ad esempio, nel dramma Enrico IV, quando chiama i ladri e i briganti “St.  Nicholas'Clerks”.