​ I paesi dell’Europa orientale
I paesi dell’Europa orientale
Da Costantinopoli e dalla Grecia il culto di S. Nicola passò nel mondo slavo cominciando dalla Bulgaria, come dimostra un Sermone di Clemente di Ochrid. Nelle credenze della Bucovina S. Nicola era il secondo santo creato da Dio, e sedeva alla sinistra del Padre. La notte di S. Basilio (1 gennaio) pranzavano insieme. Altre tradizioni popolari si riscontrano in Valacchia.
In Moldavia c'è anche la festa della traslazione di S. Nicola a Bari.
La Romania è costellata di bellissime chiese con affreschi sulle pareti esterne. S. Nicola è uno dei protagonisti delle scene rappresentate. Valga quale esempio il ciclo della vita del Santo all'ingresso della chiesa del monastero di Voronež con ben 16 riquadri dedicati a lui. Analogamente per il monastero di Sucevita. «La chiesa di S.Nicola di Curtea de Arges (1352), detta la «principessa» è in pieno centro della città. E’ un edificio ben conservato e uno dei monumenti dell'architettura e della pittura medioevale rumena».
La Cecoslovacchia, per la sua particolare posizione geografica, tra la Germania ed il mondo slavo, ha avuto modo di conoscere S.Nicola sin dai primi tempi. La chiesa di S. Nicola a Praga è uno dei monumenti più significativi del barocco ceco. La chiesa gotica, consacrata nel 1283, dopo la battaglia della Montagna Bianca passò ai gesuiti. Quando questi la restaurarono nel XVII secolo, cambiò anche la conformazione della piazza principale della «Mala Strana». Al nostro Santo è dedicata la cattedrale di Ceske Budejovice, il maggior centro della Boemia meridionale. In stile romanico gotico, ma con rifacimenti neoclassici, è la chiesa di Liptovsky Sv. Mikulas.
La Polonia presenta un'immagine di S.Nicola abbastanza composita. A fianco al santo ieratico della religione c'è l'immagine popolare di Nonno Gelo, la controfigura orientale di Santa Claus. Come negli altri paesi slavi, anche in Polonia S. Nicola appare come un vecchio ma instancabile viandante dalla barba bianca. Abbastanza diffusa è la leggenda del piccolo Zelechy, nipote di un antico principe polacco. Dimorando una volta con la nonna, ricevette la visita del suddetto vecchio viandante che lo affascinò tanto, da decidersi a seguirlo. Nonostante che il ragazzo fosse stanco, Nicola volle continuare il viaggio, inoltrandosi nella foresta di Bjaloviez. Improvvisamente si aprì dinanzi a loro una radura, e videro una tribù raccolta intorno ad una grande quercia. Il sacerdote pagano, dopo aver tenuto un discorso, in cui aveva detto che la salvezza della tribù stessa dipendeva dai sacrifici umani in onore del Dio Svjatowid, aveva spinto il figlio del capo tribù a poggiare il capo sulla pietra sacrificale. Ma il fendente che calò per decapitarlo non giunse a destinazione, perché Nicola lo deviò. Anzi, presa la spada, cominciò a tirar colpi alla quercia (considerata l'abitazione del dio Svjatowid), finché non cadde rovinosamente. Quindi ammaestrò quella gente sulla fine dei paganesimo e sulla buona novella di Gesù Cristo. Fra le chiese artisticamente più notevoli meritano una menzione Brzeg (1370-1420, gotica di tipo basilicale, distrutta nel 1945 e ricostruita), Gdansk (Danzica, 1350-1480, tardogotica a tre navate, con ricchi arredi barocchi), Kalisz (parrocchiale con coro del XIII secolo).
Abbastanza simili sono le tradizioni nella Prussia orientale (la fascia tra la Polonia e la Lettonia), in Lituania, Estonia e Lettonia. Di un certo valore artistico è la chiesa di S. Nicola a Tallinn, costruita verso il 1250. Subì però un incendio nel 1433, dopo di che fu rifatto il coro. Molto bello è anche l'altare del 1482. A Vilnius c'è una chiesa ortodossa di S. Nicola, aperta anche durante il periodo sovietico. Essa è la più antica chiesa russa della città (XIV sec.). A giudicare dalla guglia lungilinea, una chiesa di S. Nicola a Vilna che appare su un francobollo lituano dovrebbe essere cattolica e quindi diversa dalla precedente.
Molto venerato è S. Nicola nelle repubbliche della Slavia del Sud, anche se con qualche sfumatura diversa. Ad esempio la Slovenia risente del folklore austriaco, la Croazia è particolarmente legata al patrocinio del Santo sul mare (anche se non esclusivamente), la Serbia e la Bosnia Erzegovina sono caratterizzate dalla fedeltà al retaggio bizantino.
Bella è la cattedrale di S. Nicola di Ljubiana (Slovenia), progettata agli inizi del XVIII secolo dal gesuita Andrea del Pozzo, ed affrescata da Giulio II Quaglio da Laino (Como) con un'ardita composizione illusionistica. Sugli altari si ergono sculture marmoree di Jacopo Contieri, Angelo Pozzo Padovani e Francesco Robba, il maggiore scultore sloveno barocco. Di un certo interesse artistico sono anche la cattedrale di Zagabria, le chiese di Ciakovec (1707-67, dei francescani, con arredi barocchi), Kuršumlja (Serbia, 1170-1196, stile della Rascia, con influssi cioè romanici e bizantini), Kurbinovo (Macedonia, dell'epoca dei Comneni), Varaždin (Croazia, 1751-1768, con campanile gotico), Ljuboten (Serbia, 1337, chiesa semplice ad una cupola), Mace (Slovenia, affreschi del 1467 col corteo dei re magi, maggiore espressione della pittura murale slovena del XV secolo), Prilep (Macedonia, XIII secolo con notevoli affreschi, Split (Croazia, X-XI secolo, romanico-bizantina), Studenica (XIII secolo, begli affreschi, iconostasi e cassa con le spoglie di Stefano Primocoronato, con un tesoro di manoscritti religiosi), Psacia (1370, affreschi di anonimo, eccellenti come ritrattistica).
S. Nicola entra notevolmente nel ciclo pittorico di Deciani, recentemente studiato da Vojislav J. D'uric. Nella chiesa di Deciani è raffigurata la vita di Stefano Uroš III Decianski, che nel 1327 donò la grande icona oggi ubicata dietro la tomba di S. Nicola a Bari. Il Santo di Mira lo guarì dalla cecità procuratagli dal padre; un episodio che divenne noto in tutto il mondo slavo e che fu inserito nei Cetij Minei del metropolita di Mosca Makarij (1560 c.). Dal mio volume sugli zar di Serbia, basato su varie raccolte di documenti originali serbi, si evince il gran numero di chiese di S. Nicola nella Serbia del XII-XIV secolo (il primo Santo in assoluto) e la grande devozione verso di lui da parte di tutti gli zar a cominciare dai primi Nemanidi.
In Macedonia c'è la bella chiesa di S. Nicola a Štip, menzionata già nel 1341, che il viaggiatore russo Grigorovic nel 1845 definisce episcopale. Il costruttore fu Giorgio Novakov Djongar. I professori Venko Prilepcianski e Todor Vlachcev scrivono: «E’ la più imponente chiesa ortodossa in Macedonia, che resta per sempre un segno del nostro passato storico e culturale».
Prevalentemente ortodosse sono le chiese di S. Nicola in Albania. Quella di Veskopoja (già Moscopolis) è del XVIII secolo, ma conserva tracce di una preesistente chiesa bizantina. L'iconostasi è del 1743, mentre la cattedra è del 1758.
Da Costantinopoli e dalla Grecia il culto di S. Nicola passò nel mondo slavo cominciando dalla Bulgaria, come dimostra un Sermone di Clemente di Ochrid. Nelle credenze della Bucovina S. Nicola era il secondo santo creato da Dio, e sedeva alla sinistra del Padre. La notte di S. Basilio (1 gennaio) pranzavano insieme. Altre tradizioni popolari si riscontrano in Valacchia.
In Moldavia c'è anche la festa della traslazione di S. Nicola a Bari.
La Romania è costellata di bellissime chiese con affreschi sulle pareti esterne. S. Nicola è uno dei protagonisti delle scene rappresentate. Valga quale esempio il ciclo della vita del Santo all'ingresso della chiesa del monastero di Voronež con ben 16 riquadri dedicati a lui. Analogamente per il monastero di Sucevita. «La chiesa di S.Nicola di Curtea de Arges (1352), detta la «principessa» è in pieno centro della città. E’ un edificio ben conservato e uno dei monumenti dell'architettura e della pittura medioevale rumena».
La Cecoslovacchia, per la sua particolare posizione geografica, tra la Germania ed il mondo slavo, ha avuto modo di conoscere S.Nicola sin dai primi tempi. La chiesa di S. Nicola a Praga è uno dei monumenti più significativi del barocco ceco. La chiesa gotica, consacrata nel 1283, dopo la battaglia della Montagna Bianca passò ai gesuiti. Quando questi la restaurarono nel XVII secolo, cambiò anche la conformazione della piazza principale della «Mala Strana». Al nostro Santo è dedicata la cattedrale di Ceske Budejovice, il maggior centro della Boemia meridionale. In stile romanico gotico, ma con rifacimenti neoclassici, è la chiesa di Liptovsky Sv. Mikulas.
La Polonia presenta un'immagine di S.Nicola abbastanza composita. A fianco al santo ieratico della religione c'è l'immagine popolare di Nonno Gelo, la controfigura orientale di Santa Claus. Come negli altri paesi slavi, anche in Polonia S. Nicola appare come un vecchio ma instancabile viandante dalla barba bianca. Abbastanza diffusa è la leggenda del piccolo Zelechy, nipote di un antico principe polacco. Dimorando una volta con la nonna, ricevette la visita del suddetto vecchio viandante che lo affascinò tanto, da decidersi a seguirlo. Nonostante che il ragazzo fosse stanco, Nicola volle continuare il viaggio, inoltrandosi nella foresta di Bjaloviez. Improvvisamente si aprì dinanzi a loro una radura, e videro una tribù raccolta intorno ad una grande quercia. Il sacerdote pagano, dopo aver tenuto un discorso, in cui aveva detto che la salvezza della tribù stessa dipendeva dai sacrifici umani in onore del Dio Svjatowid, aveva spinto il figlio del capo tribù a poggiare il capo sulla pietra sacrificale. Ma il fendente che calò per decapitarlo non giunse a destinazione, perché Nicola lo deviò. Anzi, presa la spada, cominciò a tirar colpi alla quercia (considerata l'abitazione del dio Svjatowid), finché non cadde rovinosamente. Quindi ammaestrò quella gente sulla fine dei paganesimo e sulla buona novella di Gesù Cristo. Fra le chiese artisticamente più notevoli meritano una menzione Brzeg (1370-1420, gotica di tipo basilicale, distrutta nel 1945 e ricostruita), Gdansk (Danzica, 1350-1480, tardogotica a tre navate, con ricchi arredi barocchi), Kalisz (parrocchiale con coro del XIII secolo).
Abbastanza simili sono le tradizioni nella Prussia orientale (la fascia tra la Polonia e la Lettonia), in Lituania, Estonia e Lettonia. Di un certo valore artistico è la chiesa di S. Nicola a Tallinn, costruita verso il 1250. Subì però un incendio nel 1433, dopo di che fu rifatto il coro. Molto bello è anche l'altare del 1482. A Vilnius c'è una chiesa ortodossa di S. Nicola, aperta anche durante il periodo sovietico. Essa è la più antica chiesa russa della città (XIV sec.). A giudicare dalla guglia lungilinea, una chiesa di S. Nicola a Vilna che appare su un francobollo lituano dovrebbe essere cattolica e quindi diversa dalla precedente.
Molto venerato è S. Nicola nelle repubbliche della Slavia del Sud, anche se con qualche sfumatura diversa. Ad esempio la Slovenia risente del folklore austriaco, la Croazia è particolarmente legata al patrocinio del Santo sul mare (anche se non esclusivamente), la Serbia e la Bosnia Erzegovina sono caratterizzate dalla fedeltà al retaggio bizantino.
Bella è la cattedrale di S. Nicola di Ljubiana (Slovenia), progettata agli inizi del XVIII secolo dal gesuita Andrea del Pozzo, ed affrescata da Giulio II Quaglio da Laino (Como) con un'ardita composizione illusionistica. Sugli altari si ergono sculture marmoree di Jacopo Contieri, Angelo Pozzo Padovani e Francesco Robba, il maggiore scultore sloveno barocco. Di un certo interesse artistico sono anche la cattedrale di Zagabria, le chiese di Ciakovec (1707-67, dei francescani, con arredi barocchi), Kuršumlja (Serbia, 1170-1196, stile della Rascia, con influssi cioè romanici e bizantini), Kurbinovo (Macedonia, dell'epoca dei Comneni), Varaždin (Croazia, 1751-1768, con campanile gotico), Ljuboten (Serbia, 1337, chiesa semplice ad una cupola), Mace (Slovenia, affreschi del 1467 col corteo dei re magi, maggiore espressione della pittura murale slovena del XV secolo), Prilep (Macedonia, XIII secolo con notevoli affreschi, Split (Croazia, X-XI secolo, romanico-bizantina), Studenica (XIII secolo, begli affreschi, iconostasi e cassa con le spoglie di Stefano Primocoronato, con un tesoro di manoscritti religiosi), Psacia (1370, affreschi di anonimo, eccellenti come ritrattistica).
S. Nicola entra notevolmente nel ciclo pittorico di Deciani, recentemente studiato da Vojislav J. D'uric. Nella chiesa di Deciani è raffigurata la vita di Stefano Uroš III Decianski, che nel 1327 donò la grande icona oggi ubicata dietro la tomba di S. Nicola a Bari. Il Santo di Mira lo guarì dalla cecità procuratagli dal padre; un episodio che divenne noto in tutto il mondo slavo e che fu inserito nei Cetij Minei del metropolita di Mosca Makarij (1560 c.). Dal mio volume sugli zar di Serbia, basato su varie raccolte di documenti originali serbi, si evince il gran numero di chiese di S. Nicola nella Serbia del XII-XIV secolo (il primo Santo in assoluto) e la grande devozione verso di lui da parte di tutti gli zar a cominciare dai primi Nemanidi.
In Macedonia c'è la bella chiesa di S. Nicola a Štip, menzionata già nel 1341, che il viaggiatore russo Grigorovic nel 1845 definisce episcopale. Il costruttore fu Giorgio Novakov Djongar. I professori Venko Prilepcianski e Todor Vlachcev scrivono: «E’ la più imponente chiesa ortodossa in Macedonia, che resta per sempre un segno del nostro passato storico e culturale».
Prevalentemente ortodosse sono le chiese di S. Nicola in Albania. Quella di Veskopoja (già Moscopolis) è del XVIII secolo, ma conserva tracce di una preesistente chiesa bizantina. L'iconostasi è del 1743, mentre la cattedra è del 1758.