La coppa d'oro

Il senso di onestà, come mantenimento della parola data, è alla base di un altro racconto medioevale che fu molto apprezzato dai pittori di icone. Ogni tanto fra i miraco­li di S. Nicola si vede l'immagine di un bimbo che, lasciando i genito­ri, va a posare una coppa su un altare. Un uomo, al fine di ottenere una grazia, promise a S. Nicola una coppa d'oro. Avendo ottenuto la grazia, quell'uomo volle mantenere la promessa e commissionò ad un incisore la suddetta coppa. Quando il lavoro fu terminato, il signore ne fu talmente ammirato che pensò di tenere quella per sé, facendone fare un'altra per il Santo. Durante la navigazione per portare la nuova coppa a S. Nicola, il figlioletto cadde in acqua. I tentativi per tirarlo fuori risultarono purtroppo vani. Benché presi dalla disperazione, i genitori continuarono il pellegrinaggio, an­dando a porre il secondo calice sull'altare del Santo. Ma, con grande lo­ro sorpresa, una forza occulta lo spingeva via. Essi tornavano a poggia­re la coppa sull'altare, ma, come la lasciavano, essa ricadeva via. I geni­tori allora intuirono che la causa era il loro peccato per aver dato al santo la seconda coppa, la coppa di riserva. Mosso a compassione, S. Nicola fece apparire il loro figlio, il quale però, sull'altare andò a mettere la prima coppa. E solo allora il dono fu gradito al Santo e i genitori pote­rono riabbracciare gioiosamente il figlio tornato dal fondo del mare.