L'immagine di san Nicola in Africa
Come quella di Basilio, la vicenda dell'Immagine di S. Nicola in Africa è legata alle frequenti incursioni che subivano le popolazioni meridionali. Qualche manoscritto parla di incursione saracena, ma diversi altri parlano dei Vandali. È comunque una delle narrazioni più antiche e famose del medioevo greco e latino.
Durante un'incursione di Vandali in Calabria uno di questi barbari s'impossessò di un'icona di S. Nicola. L'aveva presa perché gli piaceva e stimolava la sua curiosità. Alcuni prigionieri cristiani lo informarono che il personaggio lì raffigurato era S. Nicola, un Santo molto potente. Tornato in Africa e dovendo allontanarsi per affari, gli venne la strana idea di mettere alla prova la potenza del Santo. Mise quell'icona sulla soglia di casa, dicendosi che se il Santo era così potente sarebbe stato anche un buon guardiano dei suoi beni, non permettendo ai ladri di commettere la grave ingiustizia di portarli via. Fatto questo, partì, restando alcuni giorni fuori città. Quando finalmente tornò, entrando in casa restò senza fiato, in quanto a parte l'icona che era stata lasciata al suo posto, la casa era stata interamente saccheggiata dai ladri. Si rivolse allora al "custode", cioè a S. Nicola che lo guardava dall'immagine. Era ormai convinto che o non era il santo così potente di cui parlavano i cristiani oppure aveva svolto male il suo ufficio di custode della casa. Meritava comunque una punizione. Prese allora una frusta e, dato che aveva tradito la sua fiducia, cominciò a colpire l'immagine del Santo, picchiandola per averlo tanto danneggiato a causa della sua trascuratezza.
Quella notte stessa S. Nicola apparve ai ladri che stavano ancora dividendosi la refurtiva, e li apostrofò con asprezza e con minacce. Senza frapporre indugi, i ladri, che erano ancora intenti a spartirsi il malloppo, raccolsero una ad una le cose che avevano rubato e riportarono il tutto nella casa del vandalo. Al mattino questi ritrovò tutti i suoi beni e capì che S. Nicola aveva voluto ristabilire la giustizia restituendo i beni al legittimo proprietario. A quel punto comprese anche la grandezza di Nicola e si convertì. Anzi, dedicò parte del denaro recuperato alla costruzione di una cappella in onore del Santo.
Questo fu anche uno dei miracoli più celebri attribuiti a S. Nicola nel medioevo. In particolare, l'apparizione del Santo ai ladri fu una delle scene forti de Le jeu de Saint Nicolas di Jehan Bodel (1190 circa), uno dei primi e più apprezzati pezzi teatrali europei (anche per il suo vivace realismo linguistico). Tra scene di taverna e vita ladresca, tra gioco di dadi, furti, liti, ricettazioni, fiaschi di vino ed espressioni volgari, S. Nicola scende totalmente in mezzo al popolo. L'episodio dovrebbe essere anche all'origine del fatto che Shakespeare parli dei ladri come di Saint Nicholas' clerks (servi di S. Nicola).
Durante un'incursione di Vandali in Calabria uno di questi barbari s'impossessò di un'icona di S. Nicola. L'aveva presa perché gli piaceva e stimolava la sua curiosità. Alcuni prigionieri cristiani lo informarono che il personaggio lì raffigurato era S. Nicola, un Santo molto potente. Tornato in Africa e dovendo allontanarsi per affari, gli venne la strana idea di mettere alla prova la potenza del Santo. Mise quell'icona sulla soglia di casa, dicendosi che se il Santo era così potente sarebbe stato anche un buon guardiano dei suoi beni, non permettendo ai ladri di commettere la grave ingiustizia di portarli via. Fatto questo, partì, restando alcuni giorni fuori città. Quando finalmente tornò, entrando in casa restò senza fiato, in quanto a parte l'icona che era stata lasciata al suo posto, la casa era stata interamente saccheggiata dai ladri. Si rivolse allora al "custode", cioè a S. Nicola che lo guardava dall'immagine. Era ormai convinto che o non era il santo così potente di cui parlavano i cristiani oppure aveva svolto male il suo ufficio di custode della casa. Meritava comunque una punizione. Prese allora una frusta e, dato che aveva tradito la sua fiducia, cominciò a colpire l'immagine del Santo, picchiandola per averlo tanto danneggiato a causa della sua trascuratezza.
Quella notte stessa S. Nicola apparve ai ladri che stavano ancora dividendosi la refurtiva, e li apostrofò con asprezza e con minacce. Senza frapporre indugi, i ladri, che erano ancora intenti a spartirsi il malloppo, raccolsero una ad una le cose che avevano rubato e riportarono il tutto nella casa del vandalo. Al mattino questi ritrovò tutti i suoi beni e capì che S. Nicola aveva voluto ristabilire la giustizia restituendo i beni al legittimo proprietario. A quel punto comprese anche la grandezza di Nicola e si convertì. Anzi, dedicò parte del denaro recuperato alla costruzione di una cappella in onore del Santo.
Questo fu anche uno dei miracoli più celebri attribuiti a S. Nicola nel medioevo. In particolare, l'apparizione del Santo ai ladri fu una delle scene forti de Le jeu de Saint Nicolas di Jehan Bodel (1190 circa), uno dei primi e più apprezzati pezzi teatrali europei (anche per il suo vivace realismo linguistico). Tra scene di taverna e vita ladresca, tra gioco di dadi, furti, liti, ricettazioni, fiaschi di vino ed espressioni volgari, S. Nicola scende totalmente in mezzo al popolo. L'episodio dovrebbe essere anche all'origine del fatto che Shakespeare parli dei ladri come di Saint Nicholas' clerks (servi di S. Nicola).