I bambini olandesi e le leggi protestanti

L’Olanda è una delle nazioni dove la festa di S. Nicola assume aspetti spettacolari. È opportuno perciò soffer­marsi su qualche motivazione.
Come si è detto, poco a poco i bambini erano divenuti i prediletti del Santo, sia come scolari che come beneficiari di doni. La penetrazione profonda di S. Nicola nel cuore dei bambini fu la causa della difficoltà che il protestantesimo incontrò nel debellare il culto di S. Nicola. Lutero aveva tuonato che i doni ai bambini li porta Gesù Bambino e non S. Nicola. Ma altri capi protestanti non vollero trasgredire la tradizione. Il tentativo più violento di "far fuori" S. Nicola venne però dall'Olanda nel XVII secolo.
Se molti protestanti non seguirono l'esempio di Lutero, molti altri si mostrarono più ligi all'insegnamento del maestro, il che avvenne so­prattutto fra i predicatori. Valga come esempio Martin Bohemus che, parlando a Lauban nel 1608, quasi parafrasando Lutero ammoniva: C'è l'usanza che alcuni genitori mettono delle cose sul letto per i bambini e poi dicono che è stato S. Nicola a metterle, la qual cosa è una cattiva usanza poiché in tal modo i bambini sono diretti verso S. Nicola, men­tre noi sappiamo che non S. Nicola ma il Bambino Gesù ci dona ogni cosa buona per il corpo e per l'anima.
In Olanda la "guerra a S. Nicola" i protestanti la fecero a colpi di nuove leggi repressive. Già 1'8 febbraio 1601 il consiglio comunale di Alkmaar adottava delle misure restrittive. Qualche anno dopo, e preci­samente nel 1604, il predicatore Walish Siewerts esortava la gente a liberarsi di simili superstizioni e tornare alla vera religione.
Finalmente a Grave fu emanato un decreto ben articolato quanto alle motivazioni: Poiché è stato notato che la celebrazione di S. Nicola spin­ge molte persone timorate a notevoli spese e stimola la gioventù verso la superstizione, il magistrato della città di Grave, volendo impedire un tale abuso, ha vietato e proibito, e vieta e proibisce d'ora in poi a tutti i cittadini e abitanti di questa città di praticare la suddetta superstizio­ne o di farla praticare ai loro figli o accogliere le calzature e le scarpe di legno da qualsivoglia bambino o permettere a questi di portarli o di metterli in qualsiasi posto. Quelli che faranno diversamente saranno puniti con la multa più alta possibile secondo il regolamento delle multe. Un'ordinanza che fu ribadita nel 1615, nel 1620 ed ancora nel 1667. Il fatto che questa legge venisse ribadita insistentemente fa pen­sare all'insuccesso nel farla applicare.
Ad Arnhem fu il consiglio della chiesa locale ad esortare il magi­strato a prendere provvedimenti contro la festa di S. Nicola ed altre "superstizioni simili". Il magistrato li accontentò emanando un decreto in data 3 dicembre 1622 in cui veniva proibito l'uso delle calzature per fare trovare i doni ai bambini nonché la cottura di torte e pasticcini.
Un'altra ordinanza fu emanata nella cittadina di Enkhuizen an der Zuidersee nel settentrione del paese, e fu pubblicata nel Boek der Keuren en Ordonnantien van Enkhuizen. Ed anche qui l'ordinanza an­dava nei dettagli, specificando persino quali cose non potevano essere cucinate in occasione della vigilia di S. Nicola. Ancora più drastico fu il consiglio comunale di Utrecht nel 1655. Ad evitare che il decreto fos-se raggirato dalla popolazione, estese la proibizione della festa di S. Ni­cola dalla vigilia a tutta la settimana, vale a dire dal primo all'8 dicem­bre (ook buyten den voornoemden tijd...). Ed anche qui si specificava il senso della proibizione, che includeva cioè qualsiasi particolare cottura di biscotti e pasticcini.
In questo stesso periodo fu emessa ad Amsterdam l'ordinanza n. 81 che deliberava quanto segue: Poiché i magistrati di Amsterdam sono ve­nuti a conoscenza che negli anni scorsi, nonostante la pubblicazione di specifici regolamenti locali, in occasione della vigilia di S. Nicola varie persone hanno sostato sulla diga ed in altri luoghi della città con dolci, cibi ed altre mercanzie, sì da attirare una gran folla da ogni parte della città, gli stessi magistrati per prevenire tali disordini ed eliminare dalle menti dei giovani le superstizioni e le favole papiste hanno ordinato, stabilito e dichiarato che per la vigilia di S. Nicola nessuno, chiunque egli sia, possa andare sulla diga o in altri luoghi o strade di questa città, con qualsivoglia tipo di dolci, cibi o altra mercanzia.
È superfluo dire che queste ordinanze ottennero risultati trascurabili. Anzi, come spesso accade, la proibizione incentiva ulteriormente la voglia di fare una determinata cosa. Ed in effetti, nonostante l'ammoni­mento che si trattava di superstizioni papiste, la gente semplice continuò in questa tradizione ormai ben radicata. Per cui non deve neppure sor­prendere che diver­si artisti olandesi scegliessero la fe­sta di S. Nicola quale tema per una propria pittura. Oggi i protestanti di­cono che la devo­zione per S. Nicola in Olanda non esi­ste, e che è tutto folklore. Chissà.