Il cavaliere Alberto ed il Sire di Rechicourt

La Francia è tra le nazioni dove più vivo fu il culto del nostro Santo, prima per la presenza dei Normanni che scelsero Bari come porto italiano verso Gerusalemme, poi per gli Angioini di Napoli. Il santuario più famoso eretto in Francia, crocevia sulle vie dei pellegrini è certamente Saint Nicolas de Port. Le sue origini hanno elementi storici avvolti nella leggenda. Intorno all'anno 1110, di ritorno dalla Terra Santa, ove aveva parte­cipato alla prima crociata, il cavaliere Alberto si fermò a Bari. Qui ebbe la gradita sorpresa di trovare fra i custodi di S. Nicola un suo lontano parente, il che gli fece nascere l'idea di portare con sé in Francia un dito di S. Nicola. Ne fece richiesta al custode, che inizialmente oppose qual­che resistenza, ma alla fine cedette. Ripreso il viaggio e giunto in Lo­rena, Alberto repose la reliquia in una cappella sulle rive del fiume Meurthe, di fronte al priorato di Varangéville, dipendente dall'abbazia di Gorze. Dai naviganti che risalivano quel fiume la cappella era chia­mata Port, perché un'insenatura permetteva l'attracco delle barche. Ma la cappella di S. Nicola non acquistò fama solo per il patronato sui navi­ganti. Poco a poco le sue pareti si riempirono di catene. Erano gli ex voto di tanti prigionieri liberati per intervento del Santo.
Il più famoso di questi era il sire di Rechicourt. Anch'egli era parti­to crociato insieme al duca Matteo, ma caduto in un agguato fu fatto pri­gioniero in Terra Santa. Per ben quattro anni fu chiuso in carcere in ceppi. Un giorno venne a sapere che del giorno dopo avrebbe visto solo l'alba, in quanto proprio allora sarebbe stato decapitato. Quella era la notte fra il 5 ed il 6 dicembre. Ricordandosi forse del celebre miracolo dei tre innocenti liberati dalla decapitazione per intervento del santo vescovo di Mira, il Rechicourt pregò fervorosamente S. Nicola. Ed ecco Casella di testo: 7
6
che dalla Terra Santa il Rechicourt si trovò subitaneamente dinanzi alla soglia della cappella di Port. Ancora steso a terra e sempre in catene lo trovò al mattino il sacrestano venuto ad aprire la Chiesa. Il miracolo fece un grande scalpore, e le catene del cavaliere crociato furono appe­se alla parete in bella evidenza. Ancora oggi l'episodio è festeggiato con la partecipazione alla festa di S. Nicola di tanti personaggi vestiti da cavalieri.