Il mondo dei carcerati

Pietro ScolarioDa guardia imperiale fu inviato in guerra in Siria. Uscendone sconfitto l’esercito bizantino, Pietro fu fatto prigioniero e condotto a Samara. Attribuendo la sua disgrazia al fatto che, dopo tante promesse a Dio, non si era fatto monaco, Pietro pregò San Nicola promettendo, in caso di liberazione, di recarsi a Roma dal Papa e lì prendere la tonsura monastica. Dopo vari digiuni e penitenze e dopo aver seguito il consiglio di Nicola di pregare anche San Simeone, quest’ultimo lo liberò. Scomparso Simeone, Nicola accompagnò Pietro fuori città e lo mise in guardia dal venir meno alla promessa fatta. Prevenendolo, poi, Nicola apparve al Papa di Roma e gli raccontò l’accaduto. Gli rivelò anche il nome di chi stava venendo per farsi monaco. Recatosi al mattino in San Pietro il Papa interpello Pietro che restò sorpreso dal fatto che il Papa sapesse tutto di lui. Detto questo, il Papa gli fece la tonsura e lo consacrò a Dio secondo il voto che aveva fatto.
 
 
Cristoforo presbiteroCristoforo si mise in viaggio per andare a Mira a rendere omaggio al sepolcro di San Nicola e ad attingere la manna, il prezioso liquido che emanava dalle sue ossa. All’improvviso sopraggiunsero gli Arabi che lo catturarono e lo portarono a Creta. Condannato alla decapitazione, gli apparve San Nicola. Quando il barbaro vibrò la spada sul collo, terribile a udirsi, la spada fu scagliata lontano dalle sue mani e il supplice ne uscì illeso. Dopo alcune minacce, come il barbaro sentì che era stato Nicola ad operare il prodigio, di persona accompagnò il prigioniero al confine e lo lasciò libero.
 
Il miracolo di Euripo ha come protagonista il contadino Giovanni. Questo lavoratore di Euribo, nell’Eubea, fu catturato e condotto in catene a Creta. In occasione della festa di San Nicola, Giovanni invocò il Santo ricordandogli gli atti di culto che gli aveva rivolto. Allora Nicola lo sollevò “trasportandolo come fece una volta un angelo con Abacuc, e lo depose nel suo oratorio, chiamato anoforo”, sul monte che sovrasta Euripo. Dopo una certa confusione alcuni passanti gli dissero dove si trovava e capì di essere stato liberato.
 
Giuseppe Innografo, uno dei maggiori poeti bizantini, fuggì dalla nativa Sicilia quando l’isola fu occupata dai Saraceni. In viaggio verso Roma, fu catturato dai pirati cretesi e portato a Creta. Nel carcere gli apparve San Nicola e gli comunicò la morte di Leone l’armeno che aveva scatenato una persecuzione contro la venerazione delle icone. Il santo di Mira lo esortò a canatare queste parole: “affrettati, misericordioso, fa presto o pietoso, o nostro soccorritore, poiché volendo, tu puoi farlo”. Quindi San Nicola lo guidò fuori e quasi volando lo riportò a Costantinopoli.
 
Il Sacerdote siciliano, protagonista di un altro miracolo, era un grande devoto del Santo.”Mentre stavo per iniziare il santo e incruento sacrificio, insieme a tutto il fedelissimo popolo, gli amareni, venendo dall’Africa, piombarono in massa su di noi e, dopo averci fatti prigionieri, volevano che al mattino io e alcuni altri divenissimo fonte di lavoro per un’acuta spada”. Stando in prigione, alla vigilia della festa di San Nicola, il sacerdote soffriva non tanto per la prigionia, quanto per non poter celebrare la festa. Allora nicola lo sollevò in alto riportandolo nella sua patria da grande distanza e gli disse: “Ecco realizzata la tua speranza. Celebra fedelmente la mia solennità”.