Documenti scientifici sulla natura della Manna

DOCUMENTI SCIENTIFICI SULLA NATURA DELLA MANNA DI SAN NICOLA

LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE
R. UNIVERSITÀ DI BARI

Bari, 4 luglio 1925.

Dal Rev.mo Padre Domenicano Pio Scognamiglio ho avuto in esame due campioni della Manna di S. Nicola. Uno portava la scritta: "Manna del 1925" e l'altro "Manna del 1910".

Mi fu anche consegnata dell'acqua esterna che si raccoglie qualche volta durante l'alta marea o per infiltrazione di pioggia nella Chiesa. Quest'ultima era un acqua torbida, giallo-bruna che, filtrata, conteneva un residuo fisso di gr. 1 ,038 per litro.

Data la piccola quantità di Manna avuta, ho limitato il mio esame al residuo fisso della Manna ed alla sua densità.

I risultati ottenuti sono i seguenti:

Manna 1925
•   densità a 12° gr. 1,0013 per litro
•   residuo fisso gr. 0,048 per litro
Si tratta, come si vede, di acqua quasi pura e che non ha alcuna relazione coll'acqua, per così dire esterna.
 
La Manna del 1910 diede dei numeri assai vicini:
•   densità a 12° gr 1,000 per litro
•   residuo fisso gr. 0,04 per litro
Dai dati avuti si può affermare:
 
La Manna di S. Nicola è un’acqua quasi pura che non è in relazione colle acque d'infiltrazione dell'ambiente esterno all’arca del Santo.
 
Prof. RICCARDO CIUSA
 
 
 
 
R. UNIVERSITA DI BARI ISTITUTO D’IGIENE
Istituto d’Igiene
 
Bari. 18 luglio 1925.
 
Reverendissimo Padre Pio Scognamiglio
Superiore dei Domenicani
Convento S. Francesco, Bari
 
Ho l'onore di riferire a V. S. Rev.mo i risultati dell'esame batteriologico, quantitativo e qualitativo, eseguiti sui campioni di Sacra Manna di S. Nicola, prelevati, a richiesta di V. 3., nei giorni 8 e 12 del corrente mese.
 
Al momento dei prelevamenti, vedessi raccolto in fondo all'urna una piccola quantità di Manna, che non giunse a bagnare le ossa soprastanti al livello del liquido.
 
Tra un prelevamento e l'altro l'urna rimane suggellata.
 
Il prelevamento viene eseguito per aspirazione mediante pipetta sterile affidata ad un tubo 'di gomma, e per assorbimento mediante spugna sterile.
 
Con la piccola quantità (pochi cmc.) di Manna raccolta eseguo la determinazione del contenuto microbico e la ricerca del bacterium coli.
 
Da un cmc. di Manna seminata in piastre di agar e di gelatina si sviluppano circa 50 colonie di schizomiceti, appartenenti a due sole specie, di cui una rappresentata da bacillus liquefaciens non fluorescens, e l'altra da un bacillo non fondente la gelatina, ma non fermentante il glucosio e quindi non appartenente al coligruppo. Non si sviluppa alcuna colonia di ifomiceti.
 
La Manna seminata nella quantità di 2 cmc. nei tubi di fermentazione contenenti glucosio, tenuti per 48 ore a 37°C non ha dato luogo alla produzione di gas; onde devesi escludere la presenza di bacterium coli.
 
Il basso contenuto batterico trovato, il numero limitatissimo delle specie schizomicetiche, e l'assenza di bacterium coli sono, per le acque sotterranee, indizi di purezza biologica.
 
In base a questi risultati si deve ritenere che la Sacra Manna di S. Nicola si forma e si raccoglie in condizioni tali da escludere qualsiasi inquinamento per parte delle acque superficiali.
 
Prof. FILIPPO NERI
Direttore dell’Istituto d'Igiene nella R. Università di Bari.
 
 
 
 
R. UNIVERSITÀ DI BARI
Istituto di'Igiene
 
Bari, 20 luglio 1925.
 
Reverendissimo Padre Pio Scognamiglio
Superiore dei Domenicani
Convento S. Francesco, Bari
 
A quanto Le ho riferito ieri l'altro circa l'esame batteriologico della Sacra Manna di S. Nicola, posso aggiungere che un residuo fisso (40 mg. per litro) così basso come quello trovato dal Prof. Ciusa nella stessa Manna, è eccezionale per le acque sotterranee. Il residuo fisso di queste acque varia entro limiti molto ampi, in relazione con la natura del terreno; ma raramente è inferiore a 100 mg. per litro.
 
Nei trattati e monografie a mia disposizione, non ho mai trovato per queste acque un residuo inferiore a 50 mg. per litro. Questi bassi residui sono propri delle acque che si raccolgono in terreni silicei, dopo avere attraversato un soprassuolo povero di sostanze organiche in decomposizione.
 
Residui anche inferiori a 40 mg. per litro si trovano invece non raramente nelle acque superficiali, specie in quelle scorrenti su terreni silicei compatti difficilmente solubili, e nei terreni alpini alimentati dalla fusione dei ghiacciai.
 
Con ossequio.
devotissimo
Prof. Filippo Neri