Reposizione delle reliquie nella Cripta (1089)

Per accogliere le reliquie di S. Nicola l’arcivescovo Ursone aveva sospeso la partenza per Gerusalemme. Una volta però che si era rassegnato a concedere l’antico palazzo del catepano per la costruzione della nuova chiesa, poté riprendere il progetto del pellegrinaggio.
Meno di due anni dopo, mentre Elia era in piena attività per la costruzione della Basilica, Ursone chiudeva gli occhi nel Signore (14 febbraio 1089). Nel giro di pochissimi giorni a furor di popolo venne eletto arcivescovo Elia. E questi sarà orgoglioso di tale unanimità popolare anche in seguito, quando sottolineerà: Omnis barine civitatis populus cunctusque clerus, Rogerio quoque duce huius civitatis tunc dominatore consentiente.
Intanto era cambiato anche il papa. Il 12 marzo 1088 era salito al soglio pontificio Oddo di Lagery col nome di Urbano II. E dato che i suoi maggiori sostenitori contro l’antipapa erano i Normanni, egli cominciò a viaggiare nel meridione, allo scopo soprattutto di ricomporre la pace fra il duca Ruggero e il fratello Boemondo. Al concilio di Melfi del settembre del 1089 tale pace fu raggiunta proprio con la cessione di Bari a Boemondo. Per l’occasione, l’arcivescovo Elia invitò il papa a Bari per la reposizione delle reliquie di S. Nicola nella cripta ormai pronta.
Il 1º ottobre 1089 il papa, alla presenza di Boemondo e di altri conti normanni, trasferiva le reliquie di S. Nicola dalla chiesetta di S. Stefano alla cripta. Il giorno successivo consacrava l’arcivescovo Elia, che comunque già esercitava il suo episcopato come “eletto”.
La vicenda, oltre che nelle cronache baresi, si ritrova in una bolla dello stesso Urbano II. Scrivendo ad Elia, Urbano II ricordava l’avvenuta traslazione delle reliquie di S. Nicola, la loro reposizione sotto l’altare della cripta e la consacrazione di Elia ad arcivescovo di Bari e Canosa. Le città comprese nella sua giurisdizione episcopale erano: Bari, Canosa, Bitetto, Bitonto, Modugno, Lavello, Rapolla, Melfi, Vitalba, Cisterna, Salpi, Conversano, Polignano e Cattaro. L’uso del pallio era previsto per le festività seguenti: Natale, S. Stefano, Epifania, Giovedì Santo, Pasqua di Resurrezione, Ascensione, Pentecoste,  Natività di S. Giovanni Battista, feste degli Apostoli, le tre feste della Madonna, le feste di S. Nicola e S. Sabino, la festa di Tutti i Santi, nell’anniversario della sua ordinazione, come pure durante le cerimonie di ordinazione, nella consacrazione delle chiese e nella festa della traslazione di S. Nicola.