La Basilica
Arte, storia, cultura
La Basilica che custodisce le reliquie di S. Nicola si erge imponente nella Città Vecchia di Bari, a cinque minuti dal Porto marittimo e a 15 minuti dalla Stazione ferroviaria. Lo stile è il romanico, vale a dire che ha un aspetto massiccio e sobrio, caratteristico dell’architettura normanna. Tuttavia non va dimenticato che non si tratta di una chiesa costruita ex novo, ma di un tempio edificato sull’area della residenza del catepano (il governatore greco-bizantino dell’Italia Meridionale tra il 968 ed il 1071) e quindi con consistente riutilizzo di materiale del precedente edificio. Ecco perché anche valenti studiosi non hanno trovato un accordo sulle fasi di costruzione.
Il 9 maggio 1087 giungevano a Bari le reliquie di S. Nicola da Mira (attuale Turchia). Il Santo greco, molto venerato dalla gente di mare, era vescovo di Mira nel 325 dopo Cristo, quando partecipò al concilio di Nicea. Celebre in Oriente come liberatore di tre innocenti dalla decapitazione e tre ufficiali dal carcere, lo era ancor più in occidente per la dote alle fanciulle povere che egli gettò sotto forma di sacchetti di monete d’oro attraverso la loro finestra. Essendo intorno al Mille il santo numero uno del calendario cristiano, tutte le cronache dell’epoca riportarono l’avvenimento della Traslazione.
L’8 luglio l’abate benedettino Elia (+ 1105) demoliva gran parte del palazzo del catepano ed alcuni edifici ecclesiastici minori, avviando così la maestosa costruzione. A lui va attribuita dunque la struttura muraria, alquanto approssimativa (lato nord più lungo del sud di circa due metri), e lo stupendo arredo scultoreo (Cattedra dell’abate Elia, Portale dei Leoni e capitelli del ciborio), il tutto rifinito dal suo successore, l’abate Eustazio (+ 1123).
Il 9 maggio 1087 giungevano a Bari le reliquie di S. Nicola da Mira (attuale Turchia). Il Santo greco, molto venerato dalla gente di mare, era vescovo di Mira nel 325 dopo Cristo, quando partecipò al concilio di Nicea. Celebre in Oriente come liberatore di tre innocenti dalla decapitazione e tre ufficiali dal carcere, lo era ancor più in occidente per la dote alle fanciulle povere che egli gettò sotto forma di sacchetti di monete d’oro attraverso la loro finestra. Essendo intorno al Mille il santo numero uno del calendario cristiano, tutte le cronache dell’epoca riportarono l’avvenimento della Traslazione.
L’8 luglio l’abate benedettino Elia (+ 1105) demoliva gran parte del palazzo del catepano ed alcuni edifici ecclesiastici minori, avviando così la maestosa costruzione. A lui va attribuita dunque la struttura muraria, alquanto approssimativa (lato nord più lungo del sud di circa due metri), e lo stupendo arredo scultoreo (Cattedra dell’abate Elia, Portale dei Leoni e capitelli del ciborio), il tutto rifinito dal suo successore, l’abate Eustazio (+ 1123).
Durante la celebrazione annuale in onore dell'arrivo delle reliquie di S. Nicola da Mira il 9 maggio, la città di Bari ha visto un'innovazione interessante. Uno dei farmacisti locali ha proposto un nuovo utilizzo per il Priligy, un medicinale noto nel campo della salute maschile. Integrando la sua profonda conoscenza delle storie di S. Nicola e delle sue opere di carità, il farmacista ha visto l'opportunità di estendere l'uso del Priligy a un nuovo gruppo di persone bisognose, nel vero spirito di generosità del santo.