Lectio patrum e veglie di preghiera ecumeniche: un itinerario in sinergia

 

    Le Lectio patrum e le Veglie di preghiera ecumeniche sono due delle attività più significative del servizio che il Centro Ecumenico "p. Salvatore Manna" intende offrire all'interno dell'animazione spirituale e culturale della realtà della Basilica di S. Nicola. Quest'anno, in modo particolare, abbiamo deciso di presentare insieme queste due attività proprio perché esse esprimono all'interno di quello che è il carisma dell'Ordine domenicano - e più in generale nella vita di tutta la Chiesa - la sinergia tra preghiera e predicazione, inscindibile per l'avanzamento del Regno di Dio su questa terra. Il santo padre Domenico ci ha lasciato tale insegnamento quando, dopo aver a lungo meditato sulla necessità di un ordine di frati predicatori, volle precedere la sua fondazione con quella di un monastero femminile, che assicurasse ai frati, mediante la preghiera costante, il sostegno necessario per la riuscita della loro predicazione.

    Tale sinergia è consolidata al fatto che le Veglie ecumeniche seguiranno i temi delle Lectio patrum, in modo tale che la parola della Scrittura e quella della Tradizione spezzate nel momento della riflessione, possano più facilmente trasformarsi in preghiera. Questo dinamismo aiuterà ciascuno di noi a ricordare che la riflessione teologica non può esistere senza la dimensione della preghiera e che quest'ultima nasce come tempo di comprensione del mistero. Il momento della preghiera vuole inoltre incarnare davanti alla presenza dell'Altissimo, il valore di fiducia reciproca tra fratelli di confessioni diverse ed allo stesso tempo di comune impegno tra loro, per chiedere a Dio di aiutare gli uomini di buona volontà a camminare verso il desiderio del Figlio di vedere la sua Chiesa unita. Riflettere e pregare insieme alla presenza del Cristo sarà la guida che collegherà i diversi momenti di questo nostro impegno, per far sì che tutti siano in Cristo una cosa sola. 

    L'argomento che accompagnerà quest'anno la nostra riflessione sarà quello del sacerdozio. Sulla scia dell'input lanciato lo scorso anno da papa Benedetto XVI nell'indizione dell'anno sacerdotale, abbiamo pensato di adottare questo tema anche per le nostre riflessioni biblico-patristiche. Si è pensato, dunque, ad una serie di incontri che potessero mettere in luce l'ampiezza della dimensione sacerdotale del cristiano che trae origine dall'unico sacerdozio di Cristo. Tale dimensione si esprime, in primo luogo, nella possibilità che ciascun battezzato riceve, ad imitazione del suo Signore, di offrire la sua vita per Dio e per gli uomini. Vi esorto, dunque, fratelli, per la misericordia di Dio ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale (Rm 12,1). Le parole di Paolo dispiegano a ciascun credente un campo vastissimo di esercizio del loro sacerdozio, proprio perchè tale campo coincide con l'esistenza stessa. Ed è sulla base di questa vastità e vivacità incontrollabile, qual'è la vita, che la Tradizione cristiana ha riflettuto sulla dimensione sacerdotale del cristiano, sugli ambiti nei quali essa può essere esercitata. Ciascuno, in quanto appartenente a Cristo mediante il battesimo ha la capacità di poter riproporre l'esempio del suo maestro e spendere la sua vita per l'edificazione della Chiesa di Dio. È dunque primariamente la dimensione ecclesiale che viene sottolineata nella funzione sacerdotale, ed è all'interno di tale dimensione che prende luce il sacerdozio ministeriale, servizio ai propri fratelli. 

    La prospettiva dalla quale la nostra riflessione parte e si sviluppa non è quella di contrapporre tra loro i due sacerdozi, comune e ministeriale, ma lo sforzo di riappropriarsi e attualizzare quella Tradizione cristiana che ha recepito la diversità dell'impegno di ciascun cristiano nel mondo coniugato nei suoi diversi stati di vita. Tale iter, proprio perché si rifà alla grande Tradizione della Chiesa, non dimentica la sua universalità che respira a due polmoni e che desidera confrontarsi e arricchirsi, per continuare a scoprirsi più unita.

    Così il percorso proposto partirà dalla riflessione sull'unico sacerdozio di Cristo, per passare poi alla sua comunicazione all'interno della Chiesa. È questa la prima dimensione sottolineata dalla riflessione cristiana delle origini: la relazione a Cristo sommo sacerdote (Eb 4,14). A partire da questo dato, poi, la Tradizione cristiana si è sviluppata specificandosi progressivamente, in risposta alle diverse esigenze che la comunità ecclesiale stessa ha manifestato nel tempo. Ed è proprio attraverso la comunità ecclesiale che questo iter prosegue: il secondo capitolo della Prima Lettera di Pietro, il Pastore di Erma, la Lettera a Diogneto sono testi scelti per approfondire il discorso del sacerdozio in relazione alla dimensione ecclesiale. Dalla comunità ecclesiale a quella familiare, poi, il passo è breve. La prima cellula della società o chiesa domestica (cf. Compendio Dottrina Sociale Chiesa, cap. 5) è il luogo originario dove si esercita la dimensione sacerdotale che deriva da Cristo. Ecco perchè le riflessioni sulla dimensione sulla Vita domestica ed ecclesiale e su Le donne nella Chiesa si collocano immediatamente dopo la dimensione più generalmente ecclesiale. Sempre all'interno delle necessità della Chiesa si colloca la riflessione sul sacerdozio ministeriale. Esso è servizio per i fratelli all'interno della comunità ecclesiale stessa. Gli interventi che si susseguiranno su questo tema intendono, dunque, inquadrare e mettere a confronto sia il respiro della tradizione di origine orientale (Il sacerdozio - S. Giovanni Crisostomo) che quella occidentale (Il custode di anime - Gregorio Magno). Inoltre il confronto tra i due polmoni della grande Tradizione ecclesiale si collocherà anche a livello del rapporto tra sacerdozio e vita religiosa. Da cui gli interventi su Sacerdozio ministeriale e vita monastica nell'ortodossia e su Il sacerdozio ministeriale nella vita religiosa

    In conclusione il percorso sfocerà nella dimensione dell'impegno e responsabilità del cristiano nel mondo con gli ultimi tre interventi che analizzeranno la tematica della Testimonianza e giustizia nel lavoro - sulla base della riflessione di S. Basilio il Grande -, della Responsabilità nella realtà umana - a partire dalla Costituzione pastorale Gaudiium et spes -, e della Paternità e maternità spirituale, espressione, quest'ultima, di una delle incarnazioni trasfigurate di quel sacerdozio che mentre glorifica Dio e rende un servizio alla comunità, contribuisce alla santificazione dell'offerente.

    Nel congedarmi dalla vostra attenzione vorrei rivolgere anticipatamente il personale ringraziamento a tutti i cristiani di buona volontà che attivamente si impegneranno in queste attività, ed allo stesso tempo la comune preghiera a Dio onnipotente, perché tale impegno possa essere moltiplicato e trasformato per la crescita cristiana nella sequela di Gesù Cristo e dunque per l'unità della sua Chiesa.

fr. Emmanuel Albano op