Il 9 maggio 1087 l’audacia di 73 marinai di Bari e provincia - 62 furono quelli premiati dall’aba­te Elia – rese possibile un evento che avrebbe dato alla città di Bari una pre­cisa identità storica, diciamo pure uno stato d’animo collettivo, un afflato che non smette, ancora oggi, di legare la cit­tà al suo patrono san Nicola. La Trasla­zione delle reliquie del Santo di Myra è per sua intrinseca natura un evento storico, poiché l’idea di recarsi a Mira per trafugare le ossa del Santo nacque dall’esigenza di dare nuovo impulso ad una città che, a causa della conquista normanna, aveva perduto il ruolo di re­sidenza del Catepano e, dunque, di ca­pitale dell’Italia bizantina.
A distanza di quasi mille anni il gesto dei traslatori ha mutato profondamen­te l’identità di una città, ma anche di generazioni di fedeli succedutesi nel tempo, migliaia di pellegrini che al seguito del santo venuto dal mare han­no ritrovato le comuni radici mediter­ranee della propria civiltà. Nel “fatto religioso che porta in sé una manife­stazione, che molto probabilmente era commemorata in modo spettacolare” (G. Galante, “Il Corteo Storico di San Nicola d Bari”), fede, storia ed arte erano legate tra loro armonicamente ed hanno costituito un potenziale che non cessa di stupire per la creatività e la molteplicità delle opportunità di interscambio di doni tra popoli acco­munati dalla figura di san Nicola. Ne è prova il fatto che solo fra il ‘700 e l’800 comincia l’ attuale divisione tra il corteo “laico” e la processione re­ligiosa. Nel 1901, secondo quanto ri­ferisce il Galante (Le feste in onore di San Nicola, 7-8-9- maggio 1901), si ha la trasformazione della rievocazione storica allorquando fu fatta una netta distinzione tra la processione rievoca­tiva e quella di carattere religioso.
Rivivere l’apoteosi di un evento stori­co, diventato presto genesi di un culto straordinario, è quanto meno doveroso, per non dimenticare e per attualizzare un patrimonio da custodire e diffon­dere. Ecco le ragioni di un Corteo sto rico, che unisce le prerogative di un Corteo, con musiche e costumi tipici dell’epoca, e l’esigenza di storicità che l’evento e il personaggio richiedono. Il Corteo incarna la Traslazione di un uomo vero, le cui gesta hanno contri­buito alla custodia e difesa della fede e hanno generato quel senso di pietà religiosa e di devozione popolare che ha contribuito alla crescita di un po­polo. Il Corteo storico ripropone un patrimonio spirituale e culturale e lo condivide con altri popoli, attraverso i mezzi attuali della comunicazione, il potere evocativo dell’arte ed il senti­mento religioso dell’uomo. Lo fa nella dimensione, oggi capitale, dell’ecume­nismo, perché la celebrazione annua­le della Traslazione, proprio a partire dalla presenza delle reliquie di san Nicola, ha fatto di Bari una cittàponte tra Oriente e Occidente e del suo San­to un modello di comune spiritualità e identità, quell’identità cristiana senza la quale l’Europa non sarebbe quella che conosciamo oggi.